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Ecco chi è Maurizio Massè, l’uomo accusato di aver aiutato la “mantide di Parabiago” ad uccidere il marito

Massé era stato arrestato nel 2012, insieme al fratello del boss della 'ndrangheta Pepé Flachi, per tentata estorsione con l'aggravante dell' utilizzazione del "metodo mafioso"

adilma pereira carneiro

Un altro omicidio “cucito su misura” per la vittima ma spacciato per un incidente, figlio di quell’intreccio di moventi passionali ed economici che rischia di diventare un marchio di fabbrica per Adilma Pereira Carneiro, la 49enne a processo con l’accusa di aver orchestrato l’agguato, spacciato per un incidente stradale provocato da un pirata della strada, in cui è stato ucciso il 52enne di Parabiago Fabio Ravasio.

È questo il quadro in cui secondo gli inquirenti sarebbe maturato l’omicidio di Michele Della Malva, ex marito delle donna diventata tristemente famosa come la “mantide di Parabiago” deceduto nel 2011, per il quale la 49enne è stata sottoposta a fermo. Nel perimetro dell’indagine nei giorni scorsi è stato fermato come indiziato di delitto anche Maurizio Massé, presunto amante di Adilma Pereira Carneiro ai tempi della morte di Della Malva, che della vittima era anche ex cognato.

Quello di Massè – che potrebbe non essere l’unico destinato a finire nell’inchiesta, considerando che gli inquirenti al momento non escludono il coinvolgimento di altri soggetti – è peraltro un nome già noto alle cronache dopo l’arresto nel 2012, insieme ad Enrico Flachi, fratello del boss della ‘ndrangheta Pepé morto tre anni fa, per tentata estorsione con l’aggravante dell’ utilizzazione del “metodo mafioso”. All’uomo veniva contestato di aver tentato di costringere un imprenditore milanese a rinunciare a parte di un credito vantato nei confronti di un imprenditore edile: credito riconducibile ad un’attività finita nella sfera di interesse della famiglia.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Massè avrebbe trascorso insieme a Della Malva le ultime ore di vita dell’uomo, sottoposto al momento del decesso al “classico” esame tossicologico ma non ad ulteriori accertamenti che avrebbero potuto fare luce sull’eventuale somministrazione di altre sostanze con cui potrebbe essere stato in qualche modo stordito prima di fargli ingerire un sacchetto contente cocaina. Il fermato secondo quanto ricostruito dall’attività investigativa avrebbe lasciato l’abitazione – dove Della Malva, all’epoca in semilibertà, si trovava in permesso per accudire i figli – poco prima del decesso della vittima. Sarà Massé ora a decidere se e cosa raccontare davanti al GIP, che dovrà interrogarlo entro martedì per decidere se convalidare il fermo.

Anche questa volta, come per l’omicidio di Fabio Ravasio, la “mantide” sulla scena del delitto non c’era. La donna, infatti, in quei giorni assisteva in ospedale alcuni dei figli, all’epoca ricoverati. Avvisata dai figli più grandi delle condizioni in cui versava il marito, ai quali aveva assicurato che avrebbe provveduto lei stessa a chiamare i soccorsi, Adilma Pereira Carneiro chiamerà i soccorsi solo cinque ore dopo, quando ormai per Della Malva non ci sarà più niente da fare.

Sullo sfondo resta poi la morte di un altro ex compagno della 49enne, guardia giurata uccisa in un agguato in Brasile, per la quale, ferma la competenza delle autorità brasiliane, non è al momento esclusa l’ipotesi di una rogatoria internazionale.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Febbraio 2025
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