Dal pirata della strada ai due omicidi. Così la Procura di Busto Arsizio ha ricostruito le trame di Adilma
Alla 49enne brasiliana, già a processo con altri per l'omicidio di Fabio Ravasio, gli inquirenti ora contestano un secondo omicidio insieme ad un complice. Sullo sfondo anche la morte del primo marito in Brasile
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È uno scenario agghiacciante quello che sta emergendo dalle indagini del sostituto procuratore di Busto Arsizio Ciro Caramore sul caso della mantide di Parabiago. Partito ad agosto dello scorso anno da quello che sembrava un omicidio stradale ad opera di un pirata della strada, in pochi mesi ha fatto luce su due omicidi volontari che potrebbero essere stati commessi dalla stessa donna e con un terzo sullo sfondo sul quale, però, a fare luce dovrebbero essere le autorità brasiliane.
Il magistrato, insieme alla Polizia Giudiziaria e ai carabinieri della Compagnia di Legnano, è riuscito a penetrare lentamente tutti gli scudi che la donna è riuscita a piazzare tra sè e questi due terribili fatti di sangue grazie alla sua capacità di manipolare numerosi uomini e quasi tutti i suoi figli avuti da diverse relazioni che si sono succedute, spesso intrecciandosi, negli anni. Al centro c’è sempre lei, beneficiaria di case e conti correnti di uomini ammaliati dal suo fascino, sempre alla ricerca di nuove fonti per finanziare il mantenimento della propria famiglia e le iniziative dei sacerdoti Candomblè a lei vicini.
È di sabato sera l’arresto di un pregiudicato 59enne residente a Milano, nel quartiere di Quarto Oggiaro, implicato nella morte del secondo marito di Adilma Pereira Carneiro, la 49enne brasiliana già a processo per l’omicidio dell’ultimo compagno insieme ad altre sette persone, tutti uomini di Parabiago, che avrebbero collaborato con lei al piano omicidiario nei confronti di Fabio Ravasio, mite commerciante di 52 anni.
La donna, infatti, ora è accusata di aver ucciso anche Michele Della Malva, padre dei tre gemelli oggi adolescenti, insieme all’ex cognato di quest’ultimo facendogli ingerire un sacchetto contenente cocaina.
Da quanto trapelato dietro la morte del pregiudicato pugliese, avvenuto nella casa di Adilma Pereira Carneiro dopo una notte di agonia, ci sarebbe un movente sia passionale che economico che poi è il filo rosso sangue che ha contraddistinto le azioni della donna. Della Malva sarebbe stato ucciso dall’ex cognato (fratello della prima moglie), con il quale Adilma avrebbe avuto una relazione, con l’obiettivo di spartirsi un tesoretto fatto di soldi e orologi di valore custodito a casa della donna.
La visita dell’ex cognato alla vittima e quei soccorsi chiamati con 5 ore di ritardo
Da quanto appurato durante le indagini la sera del 9 dicembre 2011 il 59enne arrestato ieri si presentò a casa della donna mentre Michele era a casa per un permesso premio e Adilma era al capezzale dei tre gemellini in ospedale per una forte influenza. Verso le cinque del mattino gli altri figli grandi della brasiliana chiamarono la mamma dicendole che il patrigno stava malissimo ricevendo la rassicurazione che avrebbe chiamato il 118. La chiamata, però, sarebbe stata fatta solo alle 10 del mattino, dopo una nuova sollecitazione da parte dei figli e quando per l’uomo, ormai, era troppo tardi. Si tratta di elementi raccolti dalle registrazioni delle conversazioni telefoniche di quella notte, acquisite dal magistrato di Busto Arsizio, e dalle testimonianze. A questi tasselli gli inquirenti aggiungono anche il fatto che il 59enne in quel periodo lavorasse nell’ambito della consegna dei farmaci, un dettaglio non di poco conto per spiegare l’ingestione di cocaina da parte del Della Malva.
L’ipotesi, dunque, è che l’ex cognato e Adilma fossero d’accordo nell’obiettivo di eliminare Della Malva diventato un ostacolo alla loro relazione e per mettere le mani su un piccolo tesoretto che nascondeva in casa della donna (soldi e orologi). Adilma, inoltre, ereditò anche una casa a Vieste, sul Gargano, paese di origine della vittima. Ora il 59enne dovrà decidere se e cosa raccontare davanti al giudice per le indagini preliminari Anna Giorgetti che dovrà interrogarlo entro mercoledì per decidere se convalidare il fermo.
Il mistero della morte di Paulo Benedito nel 2001
C’è poi un terzo morto nella storia della sacerdotessa brasiliana e cioè il padre del primo figlio di Adilma, morto in un agguato a colpi di pistola nel 2001. Una fonte confidenziale della Procura, infatti, avrebbe rivelato che dietro quell’assassinio ci sarebbe stata la mano di Adilma ma qui la competenza delle autorità italiane si ferma. Chissà che nel paese d’origine della mantide qualche magistrato non abbia intenzione di riaprire quel capitolo.
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