Rubato il defibrillatore di via D’Annunzio a Canegrate: “Esterrefatti, ma continueremo a lavorare per salvare vite”
Il defibrillatore era stato installato in memoria di Nicola Marianacci, scomparso nel 2013 a soli 25 anni a causa di un incidente sul lavoro a Cesano Maderno
Rubato il defibrillatore posizionato nella casetta dell’acqua di via D’Annunzio a Canegrate, installato nel dicembre di due anni fa in memoria di Nicola Marianacci, conosciuto da tutti come Ciky, scomparso nel 2013 a soli 25 anni a causa di un incidente sul lavoro a Cesano Maderno.
Il furto del DAE è stato denunciato dall’amministrazione comunale lo scorso 2 febbraio, dopo un sopralluogo della Polizia Locale che ha accertato l’effettiva “sparizione” del dispositivo e le verifiche dell’associazione Sessantamilavitedasalvare Altomilanese, che hanno escluso la presenza di eventuali segnalazioni di utilizzo dell’apparecchio per recenti episodi di arresto cardiaco.
«Condividiamo lo sdegno di Sessantamilavitedasalvare Altomilanese: siamo tristi ed esterrefatti ma continueremo a lavorare con loro per salvare vite – sottolineano dall’amministrazione di Canegrate -. L’atto è così insensato da farci coltivare la speranza di un suo ritorno, anche perché quel defibrillatore ha un AirTag… chi ha orecchie per intendere intenda». «Voglio continuare a sperare che sia stato preso da qualcuno nella convinzione di doverlo usare, e che quindi ci torni indietro – aggiunge il sindaco Matteo Modica -. Faccio appello alla sensibilità e all’importanza di questo strumento. In ogni caso faremo tutto il possibile per individuare i responsabili di quella che altrimenti non potrebbe che essere una vigliaccata».
«Il decreto del Presidente della Repubblica 37/2024, emanato a tutela del personale sanitario, prevede che “chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall’articolo 583-quater, distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata” – ricorda Mirco Jurinovich, presidente dell’associazione Sessantamilavitedasalvare Altomilanese, da anni in prima linea nella diffusione della cultura dell’emergenza per contrastare la morte cardiaca improvvisa -. I DAE pubblici sono mappati da AREU e sono quindi parte integrante del sistema sanitario».
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