Piccole Medie Imprese, chi resiste cerca giovani. L’associazione: “Lasciatevi coinvolgere nel manufatturiero”
A.P.I., l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo, traccia il bilancio dell'anno che ci stiamo lasciando alle spalle, segnato da allarmanti chiusure ma anche da segnali incoraggianti
«Nell’ultimo anno hanno chiuso, nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi circa 1.120 imprese manifatturiere. Non si arresta la deindustrializzazione del nostro Paese e, se ipotizziamo una media di 10 dipendenti, parliamo di oltre 11.000 persone costrette a cercare un nuovo lavoro». A ricordare questi dati allarmanti A.P.I., l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo, che nel tracciate il bilancio dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle non manca di segnalare anche dati incoraggianti.
«Come imprenditori – è il commento di A.P.I. – sentiamo che si è rotto qualcosa, il patto di fiducia pubblico-privato su cui fare affidamento per lo sviluppo e il mantenimento del tessuto industriale. Una sorta di cortocircuito nel sistema. Bisogna comprenderne la causa per porvi rimedio ed effettuare le necessarie sostituzioni o riparazioni. E quindi? In A.P.I. ci confrontiamo spesso su come reagire e costruire una strategia industriale condivisa che valorizzi le PMI. Lo chiediamo da anni. Finalmente, a febbraio 2025 verrà pubblicato il “Libro Bianco per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia” a seguito della consultazione pubblica di questi mesi. Perché senza le PMI – che ricordo essere il 97% delle imprese manifatturiere attive – il Paese non si sostiene».
L’associazione elenca altri problemi irrisolti, come l’annoso tema della sicurezza sul lavoro e le tragedie di cui ancora troppo spesso leggiamo. «Scegliere consulenti capaci, verificare lo stato della propria azienda, fare formazione, assumersi la propria responsabilità per avere un luogo di lavoro sano e sicuro è un dovere. Non si tratta di costi, ma di investimenti sulle persone, sulla continuità e sul valore aziendale», spiegano. Inoltre, la complessità di trovare giovani da inserire in azienda. «In Italia l’incremento dell’occupazione giovanile registra tassi superiori rispetto alla media europea, ma i Neet sono troppi, parliamo di quasi un milione e mezzo di persone tra i 15 e i 29 anni», sottolina A.P.I..
In questo scenario a trasmettere ancora fiducia è il sentiment degli associati per il 2025 raccolto da A.P.I., che – nel territorio abbiatense e del sud ovest Milano – testimonia come, «nonostante le paure e incertezze che coinvolgono tutti noi, il 38% è impegnato principalmente nella ricerca di giovani da inserire in azienda che possano supportarli nelle transizioni digitale e green, che le sfide ESG e dell’intelligenza artificiale richiedono, il 14% sta lavorando per aprire nuovi mercati, il 11% ha intenzione di innovare – attraverso Transizione 5.0, risorse proprie o i fondi del PNRR – il 9% ha aumentato le esportazioni. Il restante 28% è maggiormente impegnato in percorsi formativi, nella tenuta del proprio mercato e nel consolidare gli investimenti fatti negli anni precedenti. Tra gli intervistati, l’86% si avvale di A.P.I nel perseguire questi obbiettivi. Un risultato lusinghiero, ma mai soddisfacente. Vogliamo che tutti gli associati possano servirsi delle competenze multidisciplinari e degli esperti messi a loro disposizione. Da ultimo, in questo particolare momento dell’anno, rivolgo un pensiero ai giovani: lasciatevi coinvolgere nel settore manifatturiero, nell’Italia che produce, nel made in Italy; credete nel patto generazionale! Abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze a cui insegnare il mestiere di imprenditore affinché possano declinarlo con le loro competenze e stili. Così da far nascere nuove imprese, nuovi manufatti, nuovi posti di lavoro e investire nel territorio e nella comunità di riferimento. Credere nelle PMI manifatturiere e di servizio alla produzione significa investire nella prosperità del Paese e di ciascuno di noi, ma è solo un’esortazione se non seguita dalle azioni».
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