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“La Grande Guerra sugli altipiani”: il Torno ricorda l’assurdità del conflitto per affermare la pace

L’iniziativa si è sviluppata attorno a due momenti fondamentali: una conferenza dedicata alle ragioni che, nel secondo decennio del Novecento, portarono le grandi potenze europee a scontrarsi e un viaggio d’istruzione sul Monte Grappa

Generico 18 Nov 2024

Nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915 i fanti italiani procedevano silenziosi verso la frontiera con l’Austria: erano partiti carichi di speranze e ideali, spinti dall’entusiasmo di un conflitto che – in poco tempo – avrebbe contribuito a completare il processo di unità nazionale liberando il Trentino e la Venezia Giulia dal secolare, opprimente dominio straniero. Calmo e placido, il Piave ne accompagnava la marcia con un lieve e sommesso tripudiar delle onde: presagio dolce e lusinghiero di una rapida e gloriosa vittoria.

Ma la realtà, per quelle ombre che, mute e fiduciose, avanzavano lungo le sponde del fiume, si rivelò presto ben diversa: davanti a loro si profilava una guerra lunga, estenuante e assurda, fatta di logoranti e interminabili attese; una sofferenza crudele e continua, che giorno dopo giorno soffocava l’illusione di un conflitto eroico e veloce nel sangue e nel fango delle trincee sugli altipiani.

Il progetto “La Grande Guerra sugli altipiani” – coordinato dalla prof.ssa Ornella Modolo e rivolto alle classi V A e V I dell’Istituto “G. Torno” di Castano Primo – nasce proprio dalla necessità di meditare sull’evidente contraddizione che il Primo conflitto mondiale rappresentò per l’Italia e gli altri stati belligeranti: quella tra le vane speranze di libertà e l’atroce concretezza di una lotta feroce e insensata, tra le motivazioni retoriche, politiche e ideologiche dei governi e la brutale realtà vissuta dai soldati e dai civili. Una contraddizione che purtroppo ancora oggi, a distanza di più di un secolo, continua ad alimentare la moltitudine di guerre che offendono il mondo. L’iniziativa si è sviluppata attorno a due momenti fondamentali: una conferenza dedicata alle ragioni che, nel secondo decennio del Novecento, portarono le grandi potenze europee a scontrarsi e un viaggio d’istruzione sul Monte Grappa, che ha regalato agli studenti l’emozione di camminare tra le rocce fredde e silenziose che ancora oggi portano le terribili cicatrici della guerra. Intitolata “Rischio 1914. Come è scoppiata la Prima guerra mondiale”, la conferenza si è tenuta nella mattinata di martedì 5 novembre nell’Aula Magna dell’Istituto: il prof. Giancarlo Restelli, esperto di Storia Contemporanea, non solo ha guidato i ragazzi attraverso le complesse cause geopolitiche alla base del conflitto fra la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, ma è stato anche in grado di destare in loro un sincero interesse presentando – con l’aiuto di immagini e video significativi – le terribili condizioni in cui versavano tanto i soldati, che – partiti per il fronte – si logoravano nelle trincee sugli altipiani veneti, quanto le donne e i bambini, i quali – pur rimanendo a casa – vivevano sulla loro pelle la sofferenza, la miseria e la paura che ogni guerra – allora come ora – porta naturalmente e dolorosamente con sé.

Il viaggio d’istruzione sul Monte Grappa ha invece coinvolto le classi nelle giornate di giovedì 14 e venerdì 15 novembre. Accompagnati da una guida del CAI, dalla prof.ssa Modolo e dal prof. Antonio Cipriano, gli studenti hanno esplorato i luoghi che ancora oggi testimoniano l’inutile sacrificio di migliaia di giovani soldati che si erano messi in marcia nell’illusione di un conflitto rapido e necessario: la visita al Sacrario di Cima Grappa, al Museo della Grande Guerra e alle Gallerie Vittorio Emanuele ha costituito un fondamentale momento di riflessione sull’evento bellico passato, quindi sull’importanza della memoria come elemento indispensabile per affermare – nel presente – la libertà e la pace, i diritti e la dignità di tutti gli esseri umani. Altrettanto suggestivo si è rivelato il percorso naturalistico dell’Anello del Grappa, che ha permesso ai ragazzi di camminare tra le trincee e i sentieri che furono teatro di battaglie assurde e cruente, di stragi insensate volute da comandanti troppo spesso imbevuti di retorica patriottica e vanità: un paesaggio in cui ancora oggi risuona l’eco delle armi e degli uomini che tra le frante pietre del Monte Grappa hanno condiviso la disperazione, la fatica, il coraggio e l’amore per la vita in situazioni estreme.
Prof.ssa Francesca Fastigari

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Novembre 2024
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