Da Nerviano all’Olanda e ritorno per il restauro. Le campane della chiesa di Santo Stefano tornano “a casa”
Dopo sette mesi di assenza per restauro, le campane della chiesa di Santo Stefano lunedì 18 novembre sono state nuovamente innalzate sul campanile
Da Nerviano all’Olanda e ritorno. Sono tornate “a casa” le campane della chiesa di Santo Stefano, innalzate nuovamente sul campanile completamente restaurate lunedì 18 novembre, dopo sette mesi di assenza durante i quali sono state rimesse a nuovo e dopo la benedizione del cardinale Francesco Coccopalmerio di domenica 17.
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“Scampato” alle asportazioni belliche forzate durante la seconda guerra mondiale, il concerto di campane di Nerviano è oggi a tutti gli effetti una rarità: fuso nel 1812 dai Bizzozzero, famiglia varesina di maestri fonditori che rappresenta una pietra miliare per la storia dell’arte fusoria del ‘700 e dell’800 in Lombardia e non solo, è uno dei pochi concerti di campane a poter vantare una simile “anzianità”. E oggi è tornato come nuovo dopo nientemeno che un viaggio in Olanda.
«Il restauro è nato dalla consapevolezza che avevamo per le mani un patrimonio che arrivava da lontano – spiega Enrico Patani, vicepresidente della Federazione Campanari Ambrosiani, associazione culturale formata da appassionati campanari che non solo si ritrovano dove possibile per suonare le campane, ma organizzano anche serate divulgative e, se la sicurezza lo permette, visite ai campanili -. Le campane erano già state girate e si stavano ormai consumando: insistendo nell’uso quotidiano, c’era il rischio di arrivare al punto di rottura e a quel punto sarebbero diventate inservibili».
«L’intervento a cui sono state sottoposte non è usuale – aggiunge Patani -: non solo è stata rifatta la parte meccanica, ma è stata anche effettuata una risaldatura in una fonderia specializzata in Olanda, e sono tornate al punto originario di consumo, rientrando in Italia praticamente come nuove. In questo modo abbiamo scongiurato il rischio che finissero per spaccarsi: a lungo andare, infatti, la campana si consuma nel punto in cui batte il batacchio ed è come se venisse schiacciata; trattandosi di un corpo vibrante che emette una nota, in presenza di questo tipo di interruzioni le onde sonore non possono distribuirsi in maniera omogenea e c’è il rischio di una spaccatura».
L’intervento non si peraltro fermato al restauro materiale, ma ha compreso anche un controllo musicale per garantire al concerto di campane una tonalità molto precisa. E oggi, dopo essere rientrate in paese venerdì 8 ed essere rimaste esposte sul sagrato della chiesa di Santo Stefano per poco più di una settimana, le campane sono state nuovamente innalzate sul campanile. Qualche giorno di pazienza, e verranno anche riattivate, mantenendo la possibilità di suonarle anche manualmente accanto all’automazione. «Oggi – conclude il vicepresidente della Federazione Campanari Ambrosiani – possiamo dire con orgoglio che pensiamo di aver fatto il meglio che si poteva fare».
Alla cerimonia di benedizione di domenica 17 novembre ha preso parte anche la sindaca Daniela Colombo. «Da oggi le campane restaurate torneranno a scandire il tempo della nostra comunità richiamandoci a momenti di festa e raccoglimento – commenta la prima cittadina -; saranno ancora una volta la voce che unisce e invita, il segno distintivo delle nostre tradizioni e dei legami che ci rendono una comunità viva e coesa. Mi associo ai ringraziamenti di Don Daniele a tutti coloro che hanno contribuito a questo splendido progetto di restauro; che il suono delle nostre campane continui a diffondersi forte, ricordandoci il valore del tempo condiviso e delle radici che ci uniscono».
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