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Nerviano celebra il 4 Novembre insieme agli studenti e al Consiglio delle Ragazze e dei Ragazzi

A Nerviano le celebrazioni per il 4 novembre si sono tenute il lunedì stesso proprio per «stimolare la partecipazione dei ragazzi delle scuole»

Nerviano celebra il 4 Novembre insieme agli studenti e al Consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi

Giornata dell’Unità e delle Forze Armate nel segno delle scuole a Nerviano, dove le celebrazioni per il 4 novembre si sono tenute il lunedì stesso e non, come negli altri Comuni del Legnanese, la domenica precedente o successiva, con una decisione che a ridosso delle manifestazioni aveva fatto discutere in paese. A Sant’Ilario alla celebrazione hanno preso parte la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, mentre a Garbatola la scuola primaria ha recitato poesie e letto una lettera scritta dagli stessi giovanissimi studenti; in piazza della Vittoria, infine, l’amministrazione comunale è stata affianca dal consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi e da due bambini della scuola primaria di Garbatola che hanno riproposto la loro lettera.

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Nerviano celebra il 4 Novembre insieme agli studenti e al Consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi 4 di 10
Nerviano celebra il 4 Novembre insieme agli studenti e al Consiglio comunale delle Ragazze e dei Ragazzi

«“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Leggendo la tragedia della guerra nei volti dei civili ucraini e dei tanti profughi mediorientali, possiamo oggi facilmente comprendere come le parole di Ungaretti, soldato e poeta, siano ancora drammaticamente attuali – ha sottolineato la prima cittadina Daniela Colombo durante la cerimonia -. In questa celebre poesia, Ungaretti descrive con una semplicità sconvolgente la precarietà della vita durante la battaglia. L’immagine di fragilità che ci rimanda il poeta è universale: è l’essere umano di fronte alla guerra, esposto, vulnerabile, destinato a soccombere. I conflitti contemporanei ci richiamano ad una responsabilità collettiva ricordandoci quanto sia fondamentale continuare a lottare con le armi della diplomazia prima che le foglie, una dopo l’altra, cadano senza un senso».

«Celebrare la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate significa anche non dimenticare l’eroismo dei militari impegnati nelle missioni all’estero e degli operatori umanitari che negli attuali scenari bellici offrono sostegno e protezione a chi non ha vie di fuga – ha aggiunto la prima cittadina -. Ma il coraggio che oggi vediamo nei civili in Medio Oriente e in Ucraina testimonia tuttavia che l’eroismo è anche in chi sopravvive subendo le conseguenze di una guerra che non ha scelto. E dunque, nel nome di chi ha lottato per i propri ideali, di chi soccorre con altruismo e di chi resiste intrappolato nella propria terra devastata, impegniamoci ancor più tenacemente per un mondo in cui nessun bambino e nessun adulto debba più avvertire la precarietà del proprio fragilissimo destino e sentirsi come una foglia sull’orlo della caduta».

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La lettera dei bambini della quarta primaria del plesso di Garbatola

Caro sindaco e cari signori delle autorità,
siamo i bambini di una quarta elementare, e la maestra ci ha spiegato che il 4 novembre è una giornata speciale per l’Italia. Festeggiamo la fine della Prima Guerra Mondiale e il nostro Paese unito. Però, per noi è un po’ difficile capire bene cosa sia questa guerra, perché ci sembra una storia lontana e complicata: siamo troppo piccoli per capire le atrocità di questa guerra mondiale.
Noi siamo abituati a vivere in pace, andare a scuola, giocare insieme, avere una famiglia, e tanti altri diritti. Ci sembra strano che tanti anni fa giovani ragazzi combattessero per l’Italia, perché noi non sappiamo bene cosa voglia dire fare una guerra. Però abbiamo capito che quelle persone hanno fatto qualcosa di importante per noi, e siamo grati a chi ha lottato per proteggere la nostra Patria.
Quest’anno ci sentiamo più vicini a questo argomento, perché due anni fa nella nostra scuola è arrivato un bambino ucraino che è scappato dalla guerra con la sua mamma e la sorellina, mentre il papà è rimasto a difendere il suo Paese. Sul suo dolce viso erano visibile la tristezza e la disperazione, sentimenti che nessuno dovrebbe mai provare, meno ancora i bambini. Per giorni interi non ha mai accennato un sorriso e al passare di un aereo si tappava le orecchie. Non riusciva più a vivere le emozioni della sua età, la felicità e l’amore.
Ecco, l’amore…con tutto il nostro amore è tornato a sorridere, a giocare e ha imparato anche l’italiano, noi un po’ meno l’ucraino. Il suo cuore è tornato sereno e nonostante si rattristisse pensando alla sua casa che ha dovuto abbandonare, alla sua vita e ai suoi parenti, si è fatto forte, a soli sette anni ha iniziato ad avere la speranza di una nuova vita.
Abbiamo visto che le guerre fanno soffrire tanti e bambini come noi, che dovrebbero vivere tranquilli e stare sereni con i propri amici. Anche se siamo piccoli, abbiamo capito che queste situazioni portano tanta tristezza. Per questo, speriamo che tutte le guerre possano finire presto e che il mondo sia sempre in pace, così che tutti i bambini possano crescere felici come noi a scuola.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Novembre 2024
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