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Viabilità nel caso a Parabiago, le opposizioni: “Dal sindaco attacco agli uffici, il consiglio comunale prenda le distanze”. Ma la mozione non passa

Viabilità ancora al centro dello scontro a Parabiago, dove sono state discusse un'interrogazione del PD e una mozione presentata da riParabiago per chiedere al consiglio comunale di dissociarsi dalle dichiarazioni del sindaco sull'accaduto

consiglio comunale parabiago

Il primo round era arrivato subito dopo i disagi alla viabilità provocati nelle scorse settimane a Parabiago dalla chiusura del sottopasso di via Matteotti, sottoposto ad un intervento urgente per sistemare la sede stradale divelta dal rigurgito fognario innescato dai forti temporali dei giorni scorsi, e dai lavori in corso in via Santa Maria. E il secondo non si è fatto attendere molto di più, portando la polemica tra i banchi del consiglio comunale, dove nei giorni scorsi sono state discusse un’interrogazione del PD e una mozione presentata da riParabiago per chiedere al parlamentino di dissociarsi dalle dichiarazioni rese dal sindaco Raffaele Cucchi sull’accaduto.

Il primo cittadino, infatti, aveva immediatamente parlato di «lavori per la manutenzione di strade evidentemente mancanti di una programmazione meno impattante da parte degli uffici che seguono i cantieri» e si era scusato con la cittadinanza «per il disagio di oggi causato dai funzionari, rassicurando di essere intervenuto tempestivamente per risolvere le problematiche». Parole immediatamente condannate dalla civica riParabiago, e “processate” anche durante l’ultima seduta consiliare.

Per la mozione, che oltre alla condanna dell’«attacco pubblico e immediato ai dipendenti del Comune di Parabiago identificati come unici responsabili di quanto accaduto» puntava anche a chiedere al sindaco «maggiore attenzione alla comunicazione nei confronti della cittadinanza», è arrivata la prevedibile “bocciatura” unanime da parte della maggioranza, che pur avendo serrato i ranghi intorno al primo cittadino e pur avendo parlato a più riprese di strumentalizzazione ha lasciato trasparire qualche divisione interna sui fatti contestati.

La maggioranza: “Nessun valido motivo per prendere le distanze”

«Tutti i componenti della macchina amministrativa hanno pari dignità e devono essere rispettati perché contribuiscono, ciascuno per quanto di competenza, al bene della nostra amata Parabiago – è stato il pensiero espresso da Marica Slavazza, capogruppo di FDI, che ha parlato anche di «ennesimo strumentale attacco» delle minoranze ed è stata poi supportata dal collega di partito Giuliano Polito – . Si può quindi immaginare che, essendo una persona diversa, avrei avuto una reazione diversa a quanto accaduto? Evidentemente sì, ma se guardiamo il merito della vicenda il consiglio comunale non ha alcun valido motivo di prendere le distanze dalle dichiarazioni del primo cittadino. Il sindaco, infatti, risponde personalmente di quello che dice».

«Se si fa parte di una maggioranza in alcuni casi bisogna accettare alcune decisioni anche se non sono pienamente condivise – le ha fatto eco Carlo Raimondi, capogruppo di Forza Italia -. Del resto ogni individuo è responsabile del proprio comportamento, delle proprie affermazioni e del proprio agire, e quindi nello specifico anche il sindaco è responsabile e risponde personalmente delle proprie dichiarazioni. Strumentalizzare le dichiarazioni del sindaco per cercare una spaccatura in questa maggioranza non è un gioco a cui partecipo volentieri. Non è una mozione che possa tutelare i dipendenti di questo Comune: ci sono altri tavoli specifici per eventuali confronti».

«Personalmente non sono responsabile né delle dichiarazioni del sindaco, né dei suoi comportamenti: prenderne le distanze non porta a nulla di concreto, si parla di una persona, di un individuo che ha il suo carattere e la sua personalità – ha chiosato Stefania Zerbini della Lega -. Per me i modi di relazionarsi con le persone sono fondamentali: il rispetto e l’educazione sono al primo posto, così come assumersi la responsabilità di ciò che si dice».

Le opposizioni: “”

Al pollice verso arrivato dai gruppi di maggioranza è seguita la levata di scudi delle opposizioni. «Chi lavora, sbaglia – ha sottolineato Giorgio Nebuloni dai banchi del PD, sulla scia delle parole della collega Dem Alessandra Ghiani che si è detta «allucinata» per le dichiarazioni della maggioranza -: tutti, compreso il sindaco che a volte può eccedere in alcune dichiarazioni. Però è un fatto innegabile che da più di un anno a questa parte all’interno di questo Comune ci sia, da parte del personale, una sofferenza: i dipendenti ci dicono che non si lavora bene, che i livelli conflittuali da qualche anno a questa parte sono andati alle stelle. La città ha bisogno di dipendenti, di funzionari, di dirigenti che diano il massimo per ottenere dei risultati importanti. Stiamo attraversando un momento difficile perché, grazie all’amministrazione, abbiamo portato a casa tanti soldi e ci sono tanti progetti, e abbiamo bisogno che il personale faccia la sua parte».

«Gli interventi che sono stati fatti secondo me sono più gravi del voto contrario alla mozione, in termini politici – sono state invece le parole di Giacomo Sartori di riParabiago -: di fatto, i consiglieri di maggioranza hanno dato un chiarissimo commento di come ritengono siano andati i fatti. Ci sono scelte che hanno conseguenze amministrative e politiche: se creano conseguenze, la responsabilità è del sindaco ma anche dei consiglieri che sostengono ogni volta questa giunta e accettano tutto supinamente. Non siamo noi a strumentalizzare per far cadere la giunta, se fosse stato così avremmo presentato una mozione di sfiducia. La nostra mozione puntava a dare la possibilità a questo consiglio di dimostrare alla cittadinanza che siamo stufi di come vengono gestite queste cose, ai dipendenti che non siamo sordi a quello che sentiamo ogni giorno quando veniamo in Comune. Avevamo la possibilità di dimostrare che un tentativo di indirizzare meglio le cose si può fare, di evitare la fuga dei dipendenti, di alzare la testa davanti ad una gestione amministrativa sindaco-centrica che non permette altro».

Gli assessori: “Facile accusare la parte politica”

Critiche, quelle mosse dalle minoranze, che gli assessori coinvolti dall'”affaire viabilità” hanno provato a spazzare via. «Se si dice che gli uffici in quel momento non hanno lavorato bene, evidentemente non hanno comunicato alla parte politica quello che stava succedendo prima che potesse succedere – ha replicato l’assessore Barbara Benedettelli -. Gli assessori hanno ricevuto una comunicazioni su date che ad un certo punto sono state modificate senza ulteriori comunicazioni. C’è una legge per cui la parte politica dà gli indirizzi e la parte tecnica fa il tecnico: noi diamo l’indirizzo, e l’indirizzo non era certo quello di intasare la città. Ci sono state delle concause, ma anche scelte degli uffici non comunicate agli assessori. Noi dei dipendenti ci preoccupiamo, tanto che stasera non siamo scesi nei particolare per tutelare coloro che quel giorno hanno fatto scelte non condivisibili».

Stesso copione dall’assessore Dario Quieti, che ha sottolineato di essere «costantemente sul territorio». «Sono sempre presente all’Ufficio Tecnico, ci metto ogni settimana ben più di quello che prevede la legge per essere presente in Comune, cercare di fare funzionare le cose e collaborare con i funzionari e l’amministrazione. È facile accusare la parte politica, ma sono stufo di essere accusato».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Ottobre 2024
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