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Chi è Adilma Pereira Carneiro, la donna brasiliana che ha fatto uccidere il compagno per l’eredità

Numerosi figli avuti da diverse relazioni, un precedente per droga e l'obiettivo di mettere le mani sull'eredità da 3 milioni di euro di Fabio Ravasio, investito e ucciso mentre pedalava sulla sua bici

Carabinieri Legnano 2024

Nata in Brasile, in Italia da tempo, quarantanove anni e sette figli avuti in precedenti relazioni, due dei quali (i più piccoli) riconosciuti da Fabio Ravasio, una casa intestata a lei così come una società immobiliare, un precedente per droga risalente nel tempo.

Adilma Pereira Carneiro, però, voleva per sè tutto il patrimonio del compagno e per raggiungere questo obiettivo non si sarebbe fatta scrupoli architettando un folle piano per ucciderlo, simulando un investimento mortale causato da un pirata della strada.

Il progetto di omicidio, però, si è subito dimostrato debole di fronte alle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Legnano coordinate dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Ciro Caramore che nel giro di tre settimane sono arrivati ai fermi eseguiti ieri (venerdì) di sei persone, compresa la donna.

Generico 19 Aug 2024

Nella sua tela la “vedova nera” aveva coinvolto il titolare di un bar di Parabiago, Massimo Ferretti, con cui intratteneva una relazione, due clienti amici, il fidanzato di una figlia e uno dei suoi figli. Tutti e sei hanno avuto un ruolo in questa vicenda terribile e per tutti ci sarebbe stata una ricompensa promessa da Adilma, una fetta di quel patrimonio valutato attorno ai 3 milioni di euro un che Ravasio e la sua famiglia avevano accumulato in una vita di lavoro: quattro immobili e la redditizia attività di spedizioni a Magenta. Aveva promesso un appartamento per ognuno dei complici in una cascina da ristrutturare a Parabiago.

Il tramite per ottenere tutto ciò sarebbero stati i due inconsapevoli figli più piccoli che Fabio aveva deciso di riconoscere e ai quali aveva dato il suo cognome. Questo il disegno tratteggiato da Adilma nelle ore passate nel bar di Parabiago mentre metteva a punto i particolari per uccidere il compagno col quale era arrivata, ormai, ai ferri corti.

Quando i militari ieri hanno bussato alle porte degli indagati quasi tutti, subito interrogati, hanno ammesso di aver partecipato all’omicidio con vari ruoli: chi ha fatto il palo, chi ha nascosto la macchina e chi l’ha guidata andando ad impattare frontalmente col povero 52enne di Parabiago. L’auto, la cui targa era stata modificata, alla fine è risultata essere quella di Adilma, regista senza scrupoli di un omicidio eseguito per inseguire un po’ di ricchezza.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 24 Agosto 2024
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