Sui muri di San Giorgio il mondo visto dai giovani. Tra Alice, lo Stregatto e il Bianconiglio
Mesi di lavoro di tre giovani sangiorgesi insieme alla cooperativa Elaborando hanno preso forma in un murales per aprire un varco tra quegli stereotipi che troppo spesso schiacciano i più giovani
Martina e Tommaso ci aspettano seduti sul marciapiede, Felipe arriva poco dopo carico di bombolette e – nessuno dei suoi colleghi ne è sorpreso – di idee. Li incontriamo davanti al murales che stanno realizzando da qualche giorno in via 25 Aprile a San Giorgio su Legnano, mesi di lavoro insieme alla cooperativa Elaborando che hanno preso forma grazie a gessetti e bombolette spray per provare ad aprire un varco tra quegli stereotipi che troppo spesso schiacciano i più giovani, alle prese con la difficoltà di trovare il proprio “posto nel mondo” ma non per questo senza tanto da dire – e da dare – alla loro comunità.
«Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto ad inizio giugno – ci raccontano -. Durante i primi incontri abbiamo lavorato alla partecipazione al Tira Tardi (la notte bianca organizzata a metà luglio in paese, ndr). La nostra intenzione era coinvolgere altri ragazzi della nostra età che potessero partecipare al progetto: si sono avvicinati molti bambini e giovani, l’affluenza di persone non si è mai fermata ed erano tutti molto interessati. Sabato, poi, anche se è venuta una sola ragazza a darci una mano, c’è stato comunque un bel via vai e in tanti si sono fermati a farci domande».
E tra una domanda e l’altra, Tommaso, Martina e Felipe sul muro esterno della palestra della scuola media hanno dato “vita” a diversi personaggi de “Le avventura di Alice nel Paese delle Meraviglie”. C’è lo Stregatto, che «si vede e non si vede, è simpatico ma allo stesso tempo tenebroso – spiega Felipe -, dà consigli ma in un certo senso rappresenta anche l’imprevisto, la casualità di quello che succede». C’è l’orologio del Bianconiglio, che simboleggia «il tempo che passa mentre si cerca di stargli dietro – aggiunge Tommaso -, la crescita che ti porta a trovarti catapultato in un mondo che non è più quello a cui eri abituato».
C’è il cappello del Cappellaio Matto, che rappresenta «il lato artistico» dei tre giovani writers. E ovviamente c’è Alice, che come tanti ragazzi di oggi è «un po’ sperduta in questa realtà dove bisogna tenere il passo con i tempi frenetici di una società che dai giovani si aspetta cose che noi stessi non sappiamo se possiamo dare – conclude Martina -, che non sempre ci fa sentire a nostro agio rispetto alle aspettative o liberi di essere noi stessi, imponendoci canoni che magari non sono quelli giusti per noi».
Il disegno come finestra sul mondo non è una novità per Tommaso, Martina e Felipe, anche se non tutti loro si erano già cimentati con le bombolette spray prima di questo progetto. La certezza, però, è che accanto a «tecniche nuove», i tre giovani writers da questi mesi di lavoro porteranno a casa non solo «un bel ricordo» e «tantissima soddisfazione», ma anche «uno spazio», la possibilità di «credere che un progetto sia possibile» e di «aiutarsi a vicenda» e «un legame», un gruppo per portare avanti una passione.
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