Confartigianato Lombardia, la fatica del Manifatturiero e le strategie per il futuro
I risultati del questionario di metà anno per verificare, dalla viva voce degli imprenditori, lo stato di salute di MPI e artigianato
Confartigianato Lombardia ha lanciato un questionario di metà anno per verificare, dalla viva voce degli imprenditori, lo stato di salute di MPI e artigianato, arrivati al giro di boa di questo 2024. Il settore dove si segnala una maggiore difficoltà con più ampia riduzione di margini, produzione e ordini è il Manifatturiero; un aspetto piuttosto allarmante, posto che tocca proprio l’elemento nodale e caratterizzante l’anima della Lombardia produttiva. Nello specifico, sono segnalate in riduzione le variabili:
– margini di profitto -38,8%
– ordini ricevuti -23,9%
– produzione -20,1%
– investimenti -17,9%
– persone in forza – 8,5%
“Ciascuno di questi elementi è interconnesso – spiega il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – Abbiamo attraversato anni di aumenti, anche repentini e vertiginosi, di materie prime, energia e costo della manodopera, aspetti che hanno portato alla riduzione della marginalità. Altro elemento centrale è la stretta monetaria che ha fatto schizzare i costi del credito e ridotto i finanziamenti concessi; ora ne scontiamo gli effetti sugli investimenti che vediamo in netto calo. Bisogna correre ai ripari perché chi non investe, in particolare nel processo di transizione ecologica e digitale rischia di essere tagliato fuori dal mercato. È questa la ragione per cui, come Federazione, stiamo lavorando per abilitare i nostri imprenditori a partecipare a progetti e iniziative ambiziosi e di ampio respiro che riducano tale distanza, come – tanto per fare un esempio – la Manufacturing Innovation Alliance che mette a disposizione delle imprese i fondi del PNRR per intraprendere un’autentica transizione digitale, anche a misura di MPI”.
Se c’è un fattore che gli imprenditori, trasversalmente e a prescindere dal settore, sottolineano è quello di una diffusa fatica nel trattenere personale e attrarre nuove risorse, soprattutto qualificate. Ne risente, di conseguenza la capacità di produrre e far fronte agli ordini che si dilazionano nel tempo.
“Dove hanno potuto, gli imprenditori hanno investito con l’obiettivo di incrementare i livelli di produttività del personale in forza – con un aumento del fatturato pro-capite – e tale visione si è rivelata soddisfacente, soprattutto laddove ci si è concentrati su Ricerca&Sviluppo e tecnologie – continua il Presidente Massetti – Elemento nodale, che la nostra rilevazione sottolinea con forza, è l’importanza delle persone che lavorano nelle MPI e con gli artigiani”.
“Per attrarli e convincerli a rimanere, soprattutto per i profili considerati chiave, gli imprenditori hanno messo in campo politiche di welfare, studiato orari più flessibili e maggiormente adatti a un miglior bilanciamento vita privata e lavorativa, nonché puntato sull’aggiornamento professionale attraverso corsi di formazione – dettaglia il Segretario generale di Confartigianato Lombardia, Carlo Piccinato – Stiamo lavorando sul livello nazionale e quello regionale a stretto contatto col sindacato del lavoratori, in uno spirito di collaborazione nuovo, per assicurare ai comparti dell’artigianato il rinnovo dei contratti di lavoro 2024-2028 di primo e secondo livello che garantiscano da un lato la competitività per le aziende e dall’altro l’attrattività per i lavoratori di un impiego nelle MPI, superando in Italia e in Lombardia – motore economico del Paese – steccati, pregiudizi e impedimenti storici che hanno sempre considerato le piccole imprese come aziende di serie B. Stiamo lavorando sul piano della soddisfazione salariale, del welfare, della flessibilità degli orari di lavoro, della elasticità dei cicli produttivi, della non discriminazione di genere, del lavoro agile e della conciliazione casa/lavoro, della protezione sociale e della malattia, della valorizzazione e premialità del merito che susciti in ciascun lavoratore l’orgoglio di non essere un numero, ma di poter realizzare meglio le proprie aspirazioni e la propria creatività nella piccola impresa”.
Volgendo lo sguardo al futuro, una quota importante di MPI pari al 37,5% ritiene importante migliorare gli aspetti legati alla comunicazione, sia in ottica di posizionamento del proprio prodotto/servizio ma soprattutto per incrementare l’attrattività dell’impresa agli occhi delle nuove generazioni; segue chi identifica come obiettivo rilevante l’affacciarsi su nuovi mercati e chi intende rafforzare la collaborazione con le scuole. Due su tre di questi obiettivi prefissati dalla maggior parte delle piccole imprese lombarde hanno come scopo quello di rendere l’impresa più attrattiva per potenziali lavoratori, già oggi risorsa preziosa e insufficiente rispetto alle esigenze del mercato.
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