Riapertura “lampo” per la piscina di Cerro Maggiore: tornano in acqua oratori e centri estivi
La piscina è tornata ad accogliere i bambini di oratori e centri estivi e a stretto giro di posta sarà nuovamente a disposizione anche del resto della cittadinanza, dopo l'arrivo dell'arredo per il lido estivo
Riapre i battenti la piscina di Cerro Maggiore, che dopo anni segnati dalle vicissitudini giudiziarie e il recentissimo affidamento della gestione ad Euro.PA proprio per non perdere la stagione estiva è tornato da lunedì 17 giugno ad accogliere i bambini di oratori e centri estivi e a stretto giro di posta sarà nuovamente a disposizione anche del resto della cittadinanza, dopo l’arrivo dell’arredo per il lido estivo previsto a giorni.
L’appalto per l’affidamento della gestione dell’impianto natatorio alla multiservizi peserà sulle casse comunali per 164.500 euro IVA compresa, cui tra le voci di corso vanno ad aggiungersi 125.660 euro per investimenti relativi alle attrezzature, 54.300 euro per le utenze e 5.600 euro per la manutenzione: tutte cifre stanziate dall’amministrazione comunale con un’apposita variazione di bilancio durante l’ultimo consiglio comunale, lo stesso che ha visto la piscina passare nelle mani della partecipata. L’appalto ponte, peraltro, permetterà anche a Palazzo Dell’Acqua di studiare la soluzione migliore per la gestione definitiva dell’impianto, per cui non è ancora stata individuata la procedura più idonea.
La riapertura della piscina è l’ultimo atto di una vicenda iniziata ormai diversi anni fa, quando aveva preso il via l’iter per realizzare una “nuova” piscina dotata anche di una vasca esterna: intervento per il quale si era optato per la formula del project financing. Proprio per i lavori, peraltro, Palazzo Dell’Acqua si era anche fatto garante del gestore davanti all’Istituto per il Credito Sportivo sottoscrivendo una fideiussione da oltre 1,5 milioni di euro.
E proprio il pagamento della fideiussione aveva fatto da detonatore alla vicenda tra il 2018 e il 2019, quando l’Istituto per il Credito Sportivo aveva chiesto al Comune di Cerro Maggiore di far fronte alle inadempienze di NAM pagando la cifra per la quale aveva prestato la garanzia: cifra che alla fine Palazzo Dell’Acqua aveva dovuto saldare nonostante i tentativi di trovare altre soluzioni con le parti in causa.
Dopo il pagamento, però, da via San Carlo avevano dichiarato risolta la concessione e lì la vicenda si era spostata nelle aule del Tribunale di Milano. NAM, infatti, non solo non aveva lasciato l’impianto di via Boccaccio come avrebbero voluto da Palazzo Dell’Acqua, ma aveva citato in giudizio il Comune per far valere la nullità o comunque l’annullabilità della fideiussione. Tesi che tre anni dopo era stata “bocciata” dai giudici di primo grado, con la Corte d’Appello di Milano che nel prosieguo dell’iter giudiziario aveva poi messo nero su bianco la conclusione del contratto concessorio.
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