Ex vicario parrocchiale di Busto Garolfo condannato per abusi sessuali su minori, la Diocesi: “Tristezza e turbamento”
Dalla Diocesi «profonda tristezza e turbamento per una vicenda che ha provocato e sta provocando sofferenza e sconcerto»
«Tristezza e turbamento» dalla Diocesi di Milano dopo la condanna in primo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione di don Emanuele Tempesta, ex vicario parrocchiale di Busto Garolfo, per violenze sessuali su minori commessi tra il 2020 e il 2021. Il sacerdote, per cui la Procura di Busto Arsizio aveva chiesto una pena di 11 anni, dovrà anche risarcire le vittime e i genitori che si sono costituiti parte civile – più di 20 – con cifre che vanno da 750 a 2mila euro e sarà soggetto per un anno al divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori.
«In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza e considerata la possibilità di proporre appello avverso la sentenza di primo grado – spiegano dalla Diocesi -, non dimenticando la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, la Diocesi esprime la sua profonda tristezza e il suo turbamento per una vicenda che, qualunque sarà l’esito processuale, ha provocato e sta provocando sofferenza e sconcerto nelle persone direttamente coinvolte, così come nella comunità parrocchiale in cui il sacerdote esercitava il suo ministero».
«Dal punto di vista canonico, non appena emersi i fatti in questione, la Curia aveva immediatamente avviato l’indagine prevista dalle linee guida della Conferenza Episcopale Italiana, disponendo una sospensione cautelare del ministero sacerdotale, in attesa dell’esito del processo canonico attualmente in corso – aggiungono dalla Diocesi -. Tali provvedimenti si inseriscono nell’alveo dei percorsi di prevenzione e repressione degli abusi su minori e persone vulnerabili in ambito ecclesiale, avviati dalla Diocesi di Milano già da diversi anni, in linea con le indicazioni della Cei e della Santa Sede. La Diocesi proseguirà con convinzione l’attività formativa, di prevenzione e di vigilanza, nella consapevolezza che l’efficacia di linee guida e di proposte formative passa inevitabilmente anche dalla accoglienza responsabile di chi ha compiti educativi e dal clima trasparente e propositivo di ogni gruppo e comunità ecclesiale».
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