Villa Saccal “infiamma” la campagna elettorale di Rescaldina. Ma il futuro si scontra con i costi di ristrutturazione
Il futuro di Villa Saccal, finita sugli schermi di Rete4 per essere stata occupata abusivamente, sarà uno dei nodi che dovrà sciogliere il prossimo sindaco di Rescaldina
I riflettori della tv nazionale, fino a quando in paese non è arrivata la trasmissione “Fuori dal Coro”, non si erano mai accesi. Che Villa Saccal sia in cerca di un futuro, però, non è certo una novità. Prova ne sia che come altri punti focali del paese, dalla Corte della Torre Amigazzi a Villa Rusconi passando per il Cinema Teatro La Torre, non sarà quella verso il ritorno alle urne dell’8 e 9 giugno la prima campagna elettorale che la vede protagonista.
La storia di Villa Saccal
Quella di Villa Saccal, villa padronale da oltre 3mila metri quadri dove decenni fa vivevano i titolari dell’omonima tessitura, è una storia che parte da lontano. Senza tornare agli antichi fasti di quando era abitata dai proprietari, con la pista di go kart privata oggetto delle “brame” degli allora ragazzini del paese, molti dei quali oggi sono nonni, per capire come si è arrivati alla situazione attuale è sufficiente tornare ai primi anni 2000.
Allora l’area, ormai di proprietà della Metallurgica Legnanese, finì al centro di un piano attuativo – e della relativa convenzione con il Comune – che prevedeva la realizzazione del capannone industriale poi effettivamente costruito, dei palazzi oggi visibili dietro l’Eurospin, dei parco commerciale, della scuola materna di via Gramsci e della nuova piazza Mercato. Villa Saccal avrebbe originariamente dovuto rimanere di proprietà privata a diventare una struttura sanitaria o alberghiera.
Poi nel 2010 una prima sterzata nel progetto, con la piazza Mercato sostituita nella convenzione da una piscina, grande cavallo di battaglia all’epoca un po’ di tutte le forze politiche. Anche questa versione del progetto, però, non è mai andata in porto: nella versione finale, niente più piscina ma un Centro Diurno Disabili e dagli arredi per la scuola materna e la villa padronale ceduta al comune in cambio di una volumetria complessiva data dalla superficie dell’immobile, da quella già esistente e da un 10% extra che avrebbero potenzialmente potuto portare alla costruzione di un palazzo da 26 metri che anni fa aveva agitato non poco gli animi della politica. Come da allora in poi li ha sempre agitati il futuro di Villa Saccal, che si scontra invariabilmente con i costi non indifferenti di ristrutturazione.
Ex sindaci a confronto
Cattaneo: “Finché la villa rimane in quelle condizioni potrà sempre essere occupata”
Dopo i «servizi ad orologeria» di Rete4, l’ex sindaco Michele Cattaneo, primo cittadino per una parte dell’arco temporale lungo il quale si è snodata questa vicenda, ha voluto mettere i puntini sulle ì. «K.C. è una vecchissima conoscenza rescaldinese: era residente in paese e nel 2011, dopo lo sfratto, si è ritrovato a vivere in strada con moglie e figlio – spiega Cattaneo -. Dopo la segnalazione è intervenuta la Polizia Locale e l’allora sindaco e l’allora assessore ai servizi sociali hanno deciso di ospitarlo nella palestra di quello che era all’epoca il centro diurno disabili in via Tintoretto, un seminterrato non abitabile che non era nella disponibilità del Comune ma era dell’allora ASL, ma capisco che nell’emergenza si possa scegliere di fare così. K.C. di mestiere vende cose usate, e dopo essersi stabilito in via Tintoretto ha stipato la palestrina di materiali: c’è stato un tentativo di allontanarlo, ma una volta uscito ha rotto il lucchetto ed è rientrato. Nel 2015, quando si era ormai insediata la mia amministrazione, siamo riusciti ad allontanarlo e a ripulire la palestrina: nel frattempo il Centro Diurno Disabili era in fase di spostamento, e abbiamo subito assegnato i locali alla ciclistica in modo che non ci fosse più modo di occuparli: la vera questione è questa, se un bene rimane inutilizzato diventa difficile impedire gli ingressi».
Poi K.C. è sparito dai radar di Piazza Chiesa per qualche anno, ed è ricomparso a fine 2018, quando ci si è accorti che viveva a Villa Saccal: «C’è stato uno sgombero e sono state murate tutte le aperture, l’Ufficio Tecnico però ha giustamente chiesto che ne fosse lasciata una per eventuali ispezioni e da lì ha tagliato il lucchetto ed è rientrato – prosegue Cattaneo -: lui non risulta residente in nessun comune italiano (ma ha una partita IVA, ndr) e i servizi sociali non possono aiutare un non residente. La situazione è in divenire: K.C. sembra essere ormai vicino alla pensione e prossimo ad andarsene».
Il problema di Villa Saccal, però, secondo l’ex primo cittadino, rimane. «Finché la villa rimane in quelle condizioni, potrà sempre essere occupata da qualcuno – conclude l’ex sindaco -. L’operazione che ha portato Villa Saccal nel patrimonio immobiliare del Comune che oggi Magistrali dice essere stata gratuita, gratuita non è: il Comune ha dato in cambio volumetria e permessi edificatori ed è diventato proprietario della villa senza avere progetti se non un centro diurno per anziani o la nuova sala consiliare, ma ristrutturare quella villa, anche se non è vincolata dalla Soprintendenza, costa tantissimo. Tutti conoscono i perché di questa storia, ma se ne fa un caso: anche noi avremmo potuto farlo quando viveva nella ex palestrina, ma quando conosci le ragioni e quali sono le reali possibilità di intervento di un sindaco… Da adesso in avanti bisogna lavorare perché quella villa abbia un futuro, e l’amministrazione sta lavorando con K.C. perché vada via da lì, sapendo che se si creano i presupposti perché lo faccia non tornerà, com’è invece successo finora indipendentemente dal colore politico dell’amministrazione».
Magistrali: “Villa Saccal non è una villa storica ma ha un valore”
Ai tempi della ex palestrina di via Tintoretto, però, secondo Magistrali, che ha indossato la fascia tricolore dal 2009 al 2014, la situazione era diversa. «Non ci piaceva avere gente che dormiva in strada, non ci sembrava adeguato, c’erano stati altri casi anche prima di K.C. e avevamo utilizzato temporaneamente gli spogliatoi del centro sportivo di via Roma non essendoci case comunali disponibili – spiega l’ex sindaco -. La ex palestrina era sì parte del Centro Diurno Disabili, ma non era utilizzata granché e si trattava di una soluzione temporanea. Sono due situazioni diverse: è sicuramente un caso sociale di difficile gestione, ma in Villa Saccal è entrato abusivamente».
Magistrali difende anche la scelta di “portare a casa” Villa Saccal. «L’amministrazione può scegliere di far pagare gli oneri di urbanizzazione o di chiedere opere al loro posto: all’epoca una nuova scuola materna era un’esigenza prioritaria, così come gli arredi e il Centro Diurno Disabili – ribatte -. Inizialmente la villa avrebbe dovuto diventare una RSA ma all’epoca si era allargata la Colleoni e ne erano state costruite diverse altre: non sentivamo più interesse da parte della proprietà ed è subentrata la proposta di demolire Villa Saccal per sostituirla con una palazzina».
«Si tratta di una villa ricca ma non storica anche se fa comunque un po’ parte della storia di Rescaldina: l’esterno non appare granché, ma gli interni hanno marmi bianchi, soffitti a cassettoni e uno scalone – conclude Magistrali -. La donazione nasce da lì, ma la Metallurgica Legnanese aveva una volumetria: abbiamo quindi pensato di portare a casa l’immobile e di traslarla nel campo di fronte, ma si trattava di una mossa finalizzata solamente a non far perdere un diritto acquisito, non c’è mai stata la reale intenzione di realizzare il palazzo da parte della proprietà. Ci eravamo detti all’epoca che negli anni, con i nuovi PGT si sarebbe potuto paracadutare quella capacità edificatoria altrove. Qualcuno dice che abbiamo portato a casa un rudere, ma anche di recente il valore dell’immobile è stato valutato in 800mila euro. All’epoca avevamo avuto contatti interessanti con operatori dei servizi sanitari per un ampliamento della casa di riposo e per un centro diurno per anziani che si sarebbe potuto abbinare a servizi come un centro prelievi».
Quale futuro per Villa Saccal?
Comunque lo sia diventata, oggi Villa Saccal è proprietà del Comune e darla un futuro sarà sicuramente uno dei nodi che il prossimo sindaco dovrà sciogliere, che sia confermato alla guida del paese Gilles Ielo o che gli subentrino Luca Perotta o Mauro De Candia. Le idee dei candidati, bene o male, convergono intorno ai servizi socio-sanitari, ma da lì a vederle realizzate potrebbe servire più di un mandato amministrativo.
Se De Candia parla di «una struttura sanitaria privata con centro prelievi e primo soccorso» o di «una struttura sanitaria mista se si dovesse riuscire a coinvolgere Regione Lombardia», infatti, Perotta punta su «servizi sociali, sanitari e per la terza età», con un «centro diurno e una palestra riabilitativa». Non è un mistero già da tempo, infine, l’idea di Ielo, che vorrebbe portare in Villa Saccal «una RSA e un centro riabilitazione».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.