Si fa sempre più profonda la spaccatura tra la civica Insieme per Busto e il centrodestra, di nuovo ai ferri corti dopo la schermaglia dei giorni scorsi tra le accuse di millantato sostegno da parte dei partiti di centrodestra mosse da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia alla civica e quelle di candidature nate da «oscuri accordi di partito» lanciate a parti inverse.

Pietra della scandalo questa volta sono i punti messi nero su bianco dal centrodestra rispetto alle proposte che faranno parte del programma elettorale in tema di sicurezza: proposte arrivate pochi giorno dopo che un’interrogazione sulla stessa falsariga era stata portata in consiglio comunale dai consiglieri di opposizione Patrizia D’Elia, Francesco Binaghi e Daniele Donadoni. Insieme per Busto, infatti, ha parlato di «sconcerto per le dichiarazioni di Marco Binaghi» e si è detta «attonita di fronte alla nonchalance con cui questo signore si è appropriato non solo dei temi sollevati» dai propri consiglieri, ma «addirittura delle frasi utilizzate parola per parola».

«Un tale modo di fare politica, che potremmo definire mimetico se non addirittura parassitario, è inaudito – sottolineano dalla civica -. Probabilmente Marco Binaghi, che ha appena partecipato per la prima volta nella sua vita da spettatore ad un consiglio comunale, non ha ben compreso il funzionamento di questo strumento: si tratta di un luogo di discussione e confronto, non di un sorta di chat GPT a sua disposizione per attingere a contenuti che evidentemente non è in grado di elaborare in autonomia. Stupisce però che questo personaggio sia praticamente sempre accompagnato da due veterane della politica come Sabrina Lunardi e Ilaria Cova, che dovrebbero ben conoscere i meccanismi della democrazia dopo decenni di militanza politica e che dovrebbero quindi risparmiare al loro candidato scivoloni e cadute di stile come quella di cui si è reso protagonista».