Nuova vita per la ex Pessina & Sala di Busto Garolfo: ecco come rinascerà l’ex gioiello del tessile
Il progetto di recupero da 2,5 milioni di euro della ex Pessina & Sala rientra in un accordo di rilancio economico sociale e territoriale con Regione Lombardia
Via libera al progetto definitivo per il recupero e il rilancio dell’ex Tessitura Pessina & Sala di Busto Garolfo. Nei giorni scorsi la giunta di Susanna Biondi ha approvato la delibera che mette nero su bianco la rinascita di un’area che è di fatto una delle cicatrici lasciate nel tessuto urbano del paese dal suo passato industriale.
Il progetto di recupero è parte di un accordo di rilancio economico sociale e territoriale con Regione Lombardia e prenderà la forma di un partenariato pubblico-privato. Si parla nel complesso di un intervento da 2,5 milioni di euro: 1.250.000 euro saranno finanziati dalla regione attraverso il fondo AREST, 650mila euro arriveranno dai privati coinvolti nel progetto e 600mila dalle casse comunali.
La storia della ex Tessitura Pessina e Sala
Fondata nel 1901 da Luigi Pessina, la storica tessitura, pur con diversi avvicendamenti nell’area, ha alle spalle un passato da vero e proprio gioiello del tessile e fino agli anni ’80 è stata un punto di riferimento sia per i tessuti speciali come le manichette antincendio, sia per i tessuti ad alta resistenza, come gli zaini militari e persino le bretelle dei poliziotti della Grande Mela. Poi gradualmente è iniziato il declino, vuoi per la crisi del settore che ha metaforicamente abbassato la saracinesca dell’attività negli anni ’90, vuoi perché in anni recenti anche il meteo e l’abbandono di rifiuti ci hanno messo del loro. Nel 2014, infatti, una parte di quello che era rimasto della fabbrica è crollata a causa delle abbondantissime piogge che si sono abbattute sulla zona e negli anni scorsi per far ripulire l’area dalla spazzatura Palazzo Molteni ha dovuto intervenire a suon di ordinanze.
Nel 2005, peraltro, il comune aveva stipulato con la proprietà una convenzione urbanistica per l’area della ex Pessina & Sala che prevedeva per la società la possibilità di costruire dove una volta sorgeva la fabbrica una serie di palazzine, ma dopo la realizzazione di un primo complesso condominiale il progetto è stato di fatto abbandonato. Nel frattempo la convenzione è scaduta e il comune ha dovuto affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli per la cessione delle aree che in base all’accordo avrebbero dovuto passare a Piazza Diaz, ovvero il capannone storico parzialmente crollato e la ciminiera all’angolo tra via Verdi e via Arconate. La questione è finita anche davanti al TAR che ha riconosciuto l’obbligo in capo alla proprietà di cedere le aree pattuite, arrivando però ad una sentenza solamente a giugno del 2021.
Il complesso originariamente era composto da uno stabilimento produttivo a tre navate, una palazzina per uffici e abitazione e la centrale termica con annessa ciminiera. Negli anni l’area è stata oggetto di diversi ampliamenti, a partire dal portico di carico e scarico che collegava il fabbricato produttivo alla centrale termica, ma dopo la chiusura la maggior parte dei fabbricati più recenti è stata demolita: ad oggi dell’edificio rimangono solo una delle campate della facciata originale, la porzione di fabbricato ad ovest, dove è ancora presente anche il portico di carico e scarico, e la ciminiera in mattoni.
Il progetto di recupero
L’intervento, cui il comune di Busto Garolfo metterà mano insieme alla BCC di Busto Garolfo e Buguggiate e al Birrificio di Legnano, riguarda il recupero del fabbricato industriale e la costruzione di un nuovo edificio che punta a diventare «un polo economico e sociale con diverse attività».
«Il progetto cerca di unire in un unico complesso le diverse esigenze funzionali – spiega la relazione di progetto -. La soluzione architettonica si configura come un nuovo volume, accostato al fabbricato industriale storico, composto da due elementi sovrapposti. Il piano terra è caratterizzato da facciate in calcestruzzo faccia a vista che si distaccano e valorizzano le murature storiche in mattoni. […] Il volume superiore è composto da una scatola vetrata che avvolge tutti gli spazi al piano primo. Si tratta di una seconda pelle che lascia filtrare la luce negli ambienti interni e lascia intravedere le terrazze verdi. Alla sera diventa un dispositivo luminoso che si illumina».
Il piano terra sarà destinato principalmente al Birrificio di Legnano: lì sono previsti un ristorante, un bar e il reparto gastronomia per la vendita dei prodotti km 0. Ci sarà anche uno spazio esterno coperto lungo via Verdi per un dehors all’aperto. Il primo piano, invece, sarà totalmente in gestione alla BCC, che avrà a disposizione anche gli spazi di ingresso al piano terra. Lì gli ambienti si svilupperanno intorno ad un ampio spazio centrale modulabile a seconda delle necessità, intorno al quale ci saranno una sala conferenze gradonata da circa 40 posti a sedere, un ambulatorio medico e un’area uffici con annessa sala riunioni da circa 15/20 posti a sedere.
Per l’esterno dell’area ex Pessina & Sala, infine, è prevista l’unione degli spazi limitrofi al nuovo edificio con il progetto delle opere di urbanizzazione del piano attuativo dell’area, in corso di realizzazione. In particolare, «si prevede di pavimentare le aree esterne verso via Verdi, creando un ampio spazio pubblico su strada, così come i corselli di accesso per il carico scarico – come spiega la relazione di progetto -. Verso l’incrocio tra via Verdi e via Arconate si prevede di realizzare una grande aiuola a verde, in cui mettere a dimora alcune specie di alberi ad alto fusto. Le aree pavimentate proseguono anche intorno alla facciata lungo via Arconate e si ampliano in prossimità del portico storico, per creare un accesso alla struttura dal parcheggio».
Rendering in copertina tratto dal progetto definitivo per il recupero dell’area
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