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Ancora scontro sulla Don Arioli a Rescaldina, il sindaco: “Bene da valorizzare”. Ma il centrodestra non ci sta

Il futuro della materna paritaria Don Arioli è approdato in consiglio comunale attraverso un'interrogazione dei consiglieri del centrodestra

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Quale futuro per la scuola materna paritaria Don Arioli di Rescalda? La domanda rimbalza da settimane sui social – e non solo -, e venerdì 24 novembre è approdata in consiglio comunale attraverso un’interrogazione dei consiglieri del centrodestra che ha preso le mosse da una lettera inviata a inizio novembre dagli uffici comunali: lettera che di fatto mette nero su bianco che l’associazione alla guida della scuola materna al momento non ha titolo per occupare l’edificio.

«È stata sottoposta alla nostra attenzione la nota del 4 novembre a firma del responsabile dell’area 6 del comune di Rescaldina, avente per oggetto il mancato rinnovo della convenzione fra comune di Rescaldina e scuola materna paritaria Don Antonio Arioli – hanno sottolineato nell’interrogazione i consiglieri del centrodestra – La nota assume decisioni di carattere ultimativo nei confronti della scuola, che potrebbero preludere alla impossibilità di continuare a svolgere le proprie funzioni, lasciando oltre 50 famiglie nell’incertezza sul futuro scolastico dei bambini iscritti. La nota in questione contiene risoluzioni di indubbio rilievo politico». Da lì la scelta di chiedere conto al sindaco delle «ragioni che hanno portato l’amministrazione di centrosinistra» alla comunicazione e di «quali siano le attuali posizioni dell’amministrazione».

Il quadro ormai è noto. Da un lato c’è la proposta di Piazza Chiesa, che a fronte di una valutazione dell’Agenzia delle Entrate sul canone di locazione, stimato in 34mila euro, ne chiede alla scuola 15mila: molti di più dei mille attualmente corrisposti, ma meno della metà della cifra indicata dall’agenzia, per dare atto di un rapporto di sussidiarietà che l’amministrazione tuttora riconosce anche se ad oggi la scuola pubblica avrebbe i numeri per gestire tutta l’utenza. Dall’altro c’è, invece, la richiesta della scuola, che vorrebbe continuare ad occupare l’edificio a titolo gratuito proprio in virtù del ruolo svolto dalla scuola. Posizioni su cui, di fatto, comune e scuola sono ferma ormai da quando il 31 luglio dello scorso anno è scaduta la precedente convenzione.

Sullo sfondo rimane il Cinema Teatro La Torre, piccolo gioiello architettonico oggi di fatto abbandonato e in stato di degrado e con ogni probabilità futuro protagonista, come succede ormai da decenni, della campagna elettorale: l’edificio progettato da Vico Magistretti, infatti, era stato proposto dall’amministrazione come possibile contraltare di una permuta con l’edificio di via Asilo, anche se la strada si è poi rivelata un vicolo cieco essendo il cinema-teatro di proprietà della parrocchia e non della scuola.

Il sindaco: “Valorizzare i beni comunali è un dovere”

«Lunedì 20 novembre – ha spiegato in aula consiliare il sindaco Gilles Ielo dopo una cronistoria di comunicazioni e incontri che si sono succeduti in questi anni – è arrivata una comunicazione da parte della scuola materna in cui, ribadendo le difficoltà, si propone una proroga dell’attuale convenzione fino al 30 giugno 2024. La proroga non può essere tecnicamente concessa in base al codice dei contratti: bisogna sottoscrivere una nuova convenzione visto che quella precedente è scaduta ormai da un anno. La richiesta di una proroga vuol dire non avere contezza di dove siamo arrivati».

«La posizione dell’amministrazione – ha aggiunto il primo cittadino, sottolineando come al momento la retta di frequenza della materna si attesi a 120 euro, cifra «sotto-mercato» che richiederebbe un aumento intorno ai 25 euro per sostenere il canone di locazione richiesto – rimane quella di dover valorizzare il bene e di chiedere quindi un canone di locazione di 15mila euro. A questa comunicazione ne seguirà una nostra sull’impossibilità di una proroga, inseriremo nel piano delle alienazioni il bene e il canone di 15mila euro nel prossimo bilancio di previsione. Se non arriveranno comunicazioni di apertura, dovremo provvedere a comunicare al Provveditorato l’assenza di un titolo per l’occupazione dei locali. La richiesta di proroga è un tentativo di allungare i tempi in attesa delle prossime elezioni ma comunque andranno le cose, vigileremo affinché questa partita sia amministrata dal comune per il bene della buona amministrazione dell’ente».

Il centrodestra: “La scuola dà valore aggiunto al territorio”

Posizioni, quelle di Vivere Rescaldina, molto distanti da quelle del centrodestra. «Dico ancora una volta che, secondo me, anche in questo momento è mancato un confronto, un dialogo tra le opposizioni e la maggioranza che potesse rendere più fluidi i rapporti – ha replicato la capogruppo del centrodestra Mariangela Franchi -. La proposta di fondo rispetto alla possibilità di trovare una soluzione, che è la permuta dell’immobile, non sta in piedi: è casuale che don Enrico sia presidente dell’associazione, potrebbe esserlo un cittadino qualsiasi. Ci troviamo di nuovo in un vicolo cieco. Farei una riflessione sul valorizzare il bene: la scuola è in condizioni che riflettono attenzione, cura e amore per la struttura che non vediamo in altre strutture comunali. Dal nostro punto di vista è valorizzato e manutenuto in modo encomiabile: c’è anche questo modo di vedere la valorizzazione del bene, che sottende anche il discorso del comodato d’uso gratuito nella certezza che chi lo ha in mano ne abbia cura come un buon padre di famiglia».

«Non vedo la proroga legata alla tornata elettorale, ma ad un discorso di chiarezza con i genitori rispetto alla revisione delle quote di iscrizione – ha proseguito Franchi -. Quello che ci spinge a porre l’attenzione su questa questione è il valore che questa scuola ha, che ci sembra non ci sia volontà a comprendere: se il bisogno di Rescaldina è soddisfatto con la presenza di quattro sezioni di scuola pubblica dentro la Manzoni, non significa che sia soddisfatto il bisogno di una popolazione che ha diritto ad operare delle scelte in ambito scolastico che rispondono ad esigenze non solo di carattere formativo ma anche confessionale e valoriale: ci spiace che questa amministrazione non colga questo valore aggiunto che la scuola dà al territorio. Bisogna trovare il modo di dialogare ancora su questo argomento».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Novembre 2023
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