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Coriste del Legnanese morte in un incidente, la rabbia dei familiari per l’abbreviato: “Zero fiducia nella giustizia”

Rabbia, amarezza e delusione da parte di Massimo Cozzi, marito di Daniela Cassina, dopo che il 25enne che causò l'incidente ha chiesto di essere processato con rito abbreviato

incidente nerviano

«La mia fiducia nella giustizia è pari a zero». C’è molta amarezza nelle parole di Massimo Cozzi, il marito di Daniela Cassina, dopo la notizia che il 25enne che nella notte fra sabato 8 e domenica 9 ottobre dello scorso anno ha tamponato nella periferia di Novara l’auto su cui viaggiavano quattro componenti del coro Let’s Gospel di Nerviano causando l’incidente costato la vita a sua moglia e a Gabriella Andreasi ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le due donne quella notte si trovavano a bordo di una Fiat Panda quando la loro macchina era stata violentemente tamponata dall’auto guidata dal 25enne che dopo lo scontro era fuggito, salvo poi essere identificato e arrestato dai Carabinieri. Ora, dopo l’udienza preliminare celebrata nei giorni scorsi, l’uomo dovrà rispondere di omicidio stradale, omissione di soccorso, guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche e guida senza patente.

«Dopo essersi messi alla guida ubriaco, senza patente, senza assicurazione, a folle velocità si tampona una macchina, uccidendo due persone, e cosa succede – si chiede Cozzi -? Con il rito abbreviato, dopo un anno, si ha diritto allo sconto di un terzo della pena! Sia chiaro: nessuna pena mi ridarà indietro mia moglie Daniela, ma così facendo la mia fiducia nella giustizia è pari a zero! Tanta rabbia, amarezza e delusione per una scelta che non condivido per nulla».

«Per certi reati il rito abbreviato non dovrebbe proprio esistere, perché, così facendo, il mondo è proprio dei “furbi” e “delinquenti”, che possono fare quello che vogliono, con addirittura lo sconto della pena – prosegue Cozzi -. Nessuna certezza della pena, anzi certezza dello sconto della pena! Un mondo che va al contrario e dove ci rimettono le “brave” persone. Non potrà mai esserci la parola “perdono” da parte mia e continuo con forza la battaglia per chiedere che sia fatta “vera” giustizia per Dani e la sua amica Gabriella. Con la speranza che simili situazioni non accadano mai più! E non chiamateli incidenti, ma veri e propri omicidi, da parte di chi non poteva e non doveva essere alla guida»

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Ottobre 2023
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