Taglio del nastro per l’opera d’arte dedicata a Libero Ferrario a Parabiago
L'opera d'arte dedicata a Libero Ferrario è stata realizzata da Ugo Spiazzi, con la collaborazione di Maura Bianchi e Silvia Reboni
È il 25 agosto 1923, a Zurigo Libero Ferrario batte in volata i sei compagni di fuga e alza le braccia al cielo sotto il traguardo del 3° Campionato del mondo di ciclismo su strada nella categoria dilettanti, diventando il primo italiano a vestire la maglia iridata. Per celebrare il centenario di una vittoria storica che tuttora tiene alto il nome della città della calzatura nel mondo, Parabiago ha deciso di rendere omaggio al “suo” campionissimo con un opera d’arte, inaugurata domenica 17 settembre in occasione della Festa dello Sport.
«Oggi è la Festa dello Sport e dobbiamo ringraziare le associazioni sportive che come ogni anno si mettono a disposizione per mettere in mostra le proprie attività anche grazie alla presenza delle famiglie e dei ragazzi – ha sottolineato il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi durante l’inaugurazione -. Quella di oggi, però, è una Festa dello Sport un po’ particolare: quest’anno ricorre il centenario della vittoria del nostro campione del mondo Libero Ferraio, e in questa occasione l’amministrazione è riuscitam nell’ambito dell’intervento di riqualificazione del centro sportivo Libero Ferrario, a stanziare dei fondi per realizzare un’opera d’arte, che abbiamo voluto dedicare al nostro concittadino riuscito a tagliare per primo il traguardo di un campionato del mondo».
Per realizzare l’opera nei mesi scorsi il comune di Parabiago aveva bandito un concorso ad hoc. A valutare le proposte degli artisti, alcuni dei quali di respiro nazionale, che hanno partecipato al bando è stata poi una commissione composta da cinque componenti, che ha tenuto conto della «qualità complessiva della proposta artistica sotto il profilo estetico, architettonico e ambientale», della «capacità di evocare i temi del concorso», dell’«originalità della proposta», della «coerenza e integrazione della proposta artistica nel contesto di progetto» e della «durevolezza e facilità di manutenzione dei materiali prescelti». Il bando prevedeva un compenso per l’artista “vincitore” di 70mila euro.
«La sfida – ha spiegato Ugo Spiazzi, l’artista che insieme a Maura Bianchi e Silvia Reboni ha realizzato l’opera – è stata portare avanti un lavoro di installazione che si integrasse nel paesaggio con la memoria di Libero Ferrario. Nel cercare di unire queste due anime è nato un concetto spaziale che in alcune posizioni richiama la figura dell’uomo in bicicletta, introducendo il tema del movimento e del dinamismo. Il colore grigio rappresenta la strada, mentre l’oro rappresenta l’obiettivo raggiunto. L’opera vuole essere un omaggio con un linguaggio contemporaneo, ma anche con dei rimandi al periodo storico: ne è nata infatti una forma che in qualche modo potrebbe ricordare certe sperimentazioni del primo futurismo, che si colloca nell’epoca storica in cui Libero Ferrario ha svolto la sua attività».
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