Il suo amore per la comunità dove ha prestato servizio come sindaco lo si vede anche nella scelta, comunicata dalla famiglia, di devolvere le eventuali offerte per il suo funerale al restauro della parrocchia di Inveruno, ancora in corso.

È qui, nella chiesa di San Martino, con ancora le impalcature montate al suo interno, che si sono svolti oggi, 30 agosto, i funerali di Gianni Mainini, amato primo cittadino di Inveruno dal 1985 al 1995 e già presidente di Confindustria Alto Milanese, scomparso per malattia all’età di 80 anni.

«Un uomo buono, di cultura e amante del bello – lo ha ricordato così il sacerdote durante l’omelia -, un politico attento, al servizio del bene comune di tutto l’Alto Milanese, territorio per cui è stato un importate punto di riferimento. A lui non possiamo che essere grati per i modi concreti con cui ha servito la comunità. Lo sforzo di Gianni è stato anche quello di tenere salde le radici cristiane; raccogliamo la sua tenacia».

Pieno di gratitudine anche il saluto dell’attuale sindaco, Sara Bettinelli, che lo ha ricordato come amministratore pubblico, sindaco di Inveruno, consulente aziendale, imprenditore, presidente di Confindustria Alto Milanese e stretto collaboratore del ministro Giovanni Marcora, anch’esso concittadino di Inveruno. Senza dimenticare il suo ruolo di Presidente del Centro Studi Marcora e di custode della memoria dei partigiani azzurri. «Un uomo impegnato, amante delle Istituzioni e della Politica, di quella politica fatta di studio, di impegno, di dialogo e di confronto. Un uomo amante del bello – ha sottolineato il primo cittadino -, capace di riconoscere i talenti delle persone che lo circondavano, contribuendo a farli conoscere e valorizzarli». Bettinelli si è poi rivolta al suo precedessore per ringraziarlo di quanto ha fatto per la comunità: «Grazie per il tuo impegno pubblico alla guida della nostra comunità, grazie per averci trasmesso la tua passione per la politica e per averci accompagnato in questi anni facendo crescere in chi ti ha conosciuto il desiderio di impegnarsi per la comunità. Sei stato tanto intransigente sui valori fondanti della nostra Costituzione, quanto disponibile al dialogo. Il tuo amore per Inveruno costituisce per tutti noi un impegno, un lascito importante che continueremo a perseguire per diffondere quello tu hai concretamente fatto negli anni. In una società dove la strada più semplice viene considerata quella più giusta, l’eredità più grande che Gianni ci lascia è l’esempio dell’assunzione di responsabilità, dell’impegno al sevizio agli altri». Presenti diversi amministratori pubblici, tra cui il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice.