Biblioteca, appartamenti in co-housing e un belvedere: così rinasce la Corte della Torre Amigazzi
L'avvio dei lavori per la riqualificazione della Corte della Torre Amigazzi e dell'area circostante è previsto entro fine ottobre
Se ne parla ormai da quasi tre anni, da quando Rescaldina l’ha scelta per il bando nazionale per la qualità dell’abitare. Ora la nuova vita della Corte della Torre Amigazzi, che fin qui, per usare un eufemismo, ha spaccato la politica cittadina, è realtà: la giunta di Gilles Ielo ha infatti dato il via libera al progetto definitivo, messo a punto dai progettisti anche sulla scorta del percorso di co-progettazione, e ora il cronoprogramma, dopo la validazione della progettazione esecutiva e la gara di appalto, prevede l’inizio dei lavori entro ottobre.
LA STORIA DELLA CORTE DELLA TORRE AMIGAZZI
Certezze, sulla storia della Corte della Torre Amigazzi, ad oggi non ce ne sono. Si parla di ipotesi, frutto dei rilievi geometrici, metrici e strutturali effettuati, delle indagini del maestro restauratore Giacomo Luzzana e dell’analisi della cartografia catastale e dei documenti trovati nell’archivio dell’Istituto Barbara Melzi.
L’edificio, nato come una corte a forma di C aperta con giardino, è stato sicuramente costruito prima del ‘700, tanto che risulta censito nel catasto teresiano del 1721: di quell’immobile oggi secondo i progettisti che si stanno occupando della riqualificazione rimane «il sistema costruttivo di una parte della parete a nord che è realizzato in mattoni e ciotoli di fiume», diverso dal resto della cascina realizzata con struttura portante in mattoni pieni. È probabile però che già allora esistesse la torre, vista la sua «struttura muraria particolarmente massiccia». Che la torre poi diventata un simbolo del paese esistesse già allora, peraltro, sembra provato anche dalla presenza di due meridiane che dovrebbero essere meridiane di ora italica, abolite in Lombardia nel 1796.
Nella prima metà dell’800, poi, la prima riconfigurazione, con l’edificio che prende la forma ad H e la demolizione di alcune parti della costruzione originale. Nella seconda metà del XIX secolo, invece, si ipotizzano modifiche più consistenti: è allora che la Corte della Torre Amigazzi viene chiusa sui quattro lati e anche ampliata ad ovest, probabilmente demolendo una parte dell’edificio. Tra gli anni ’30 e gli anni ’70, infine, l’edificio è stato ancora una volta rimaneggiato in modo consistente, prima del suo abbandono.
Nel 2007 la Corte della Torre Amigazzi, che nel primo decennio del 2000 era di proprietà in parte del comune e in parte dell’istituto Barbara Melzi, è stato sottoposto, per la parte privata, alla verifica di interesse culturale da parte della Soprintendenza, che non ha ritenuto di assoggettare la porzione di edificio a vincoli. Da lì la scelta progettuale per la riqualificazione, che per questa porzione di immobile ha optato per la demolizione e ricostruzione scegliendo invece la strada dell’intervento conservativo.
IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE
Ad oggi la Corte della Torre Amigazzi si presenta «in uno stato di conservazione pessimo», tra interventi che ne hanno cambiato l’aspetto e opere che, insieme alla scarsa manutenzione, hanno reso buona parte dell’edificio pericoloso dal punto di vista statico. Si va dai box realizzati al piano terra eliminando muri portanti all’inserimento di un ballatoio in calcestruzzo verosimilmente al posto di uno in legno, dall’ampliamento degli spazi abitativi con la chiusura dei fienili alla realizzazione di solai in laterocemento sopra quelli in legno, passando per le aperture nei muri portati e l’introduzione di elementi strutturali atipici.
Da lì la scelta di un intervento che si basa per due terzi sulla demolizione e ricostruzione della corte e per un terzo sul restauro conservativo, che interesserà anche la torre. Al piano terra troveranno casa gli spazi aperti al pubblico, dove ci saranno il caffè letterario, che avrà anche funzioni di portierato e uno spazio riservato al co-working con stampanti 3D e laser: «un luogo di lavoro e di condivisione di idee, ma anche di produzione di oggetti finiti o prototipi», come lo definisce la relazione di progetto.
Sempre al piano terra ci saranno l’emeroteca, dedicata alla lettura di giornali e riviste («Un luogo in cui si possa condividere, ci si possa confrontare, chiacchierare e discutere, partecipare a piccoli incontri o piccole discussioni»), la reception della biblioteca e uno spazio dedicato ai più piccoli: un teatrino, pensato come «il luogo del racconto». Ci saranno anche uno spazio per i ragazzi con una sezione fumetti, aree espositive, un ufficio, spazi per corsi e il museo della torre, dal quale si potrà salire fino a quello che diventerà il “belvedere” della Torre Amigazzi. La parte restante della corte sarà dedicata a spazi per l’artigianato, come laboratori di arti e mestieri.
Al primo piano, invece, sul lato che affaccia sul giardino ci saranno le sale lettura e le sale studio della biblioteca, mentre gli altri tre lati accoglieranno 11 appartamenti: tre bilocali, sei monolocali e due trilocali. Su via Silvio Pellico ci saranno i sei monolocali destinati al co-housing, pensati per giovani coppie o studenti, che avranno in comune due soggiorni ed una cucina utilizzabili comunque anche dagli altri inquilini della corte. «L’idea progettuale – si legge nella relazione – è stata quella di creare un contesto il più vicino possibile non tanto alla residenza con servizi come portierato e lavanderia, che comunque sono previsti, ma ad uno spazio rivolto alla condivisione degli spazi soggiorno/cucina, in linea con quanto avveniva nel secolo scorso prima dell’avvento della televisione all’interno delle corti».
In programma c’è anche la riqualificazione degli spazi esterni, con un ampio “giardino urbano” che farà da completo alle parti pubbliche dell’edificio, delimitato lungo via Silvio Pellico da un portico. Verrà ripensato anche il sistema dei parcheggi, che rimarranno a nord del verde lasciando spazi sufficienti agli ambulanti sulla base dell’attuale andamento del mercato cittadino.
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