Nerviano torna nello spazio con Euclid, la missione che farà luce sull’energia e sulla materia oscura
Il lancio della missione Euclid, che porta anche la firma dello stabilimento Leonardo di Nerviano, è in programma per sabato 1° luglio
Nerviano torna nello spazio con Euclid, la missione spaziale della European Space Agency progettata per «mappare la struttura su larga scala dell’Universo e aiutarci a comprendere due componenti misteriose: la materia oscura e l’energia oscura», come spiega l’ESA stessa. Alla missione, infatti, che porta anche la firma di Leonardo, azienda leader nel settore dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza che ha a Nerviano uno stabilimento da 42mila metri quadri e quasi mille dipendenti, soprattutto ingegneri e tecnici specializzati.
I micro-pulsori realizzati da Leonardo per la missione Euclid
Il lancio è in programma per sabato 1 luglio alle 17.11 ora italiana da Cape Canaveral, in Florida: il satellite, a bordo di uno Space X Falcon 9, arriverà a destinazione nel giro di un mese circa e resterà per sei anni ad una distanza media di 1,5 milioni di chilometri dall’orbita terrestre. La missione permetterà di creare «la più grande e precisa mappa 3D dell’Universo», osservando «miliardi di galassie distanti oltre 10 miliardi di anni luce, in più di un terzo del cielo»: con questa mappa Euclid «esplorerà le modalità con cui l’Universo si è espanso – come sottolinea la European Space Agency – e come la sua struttura su larga scala si è evoluta nel tempo e nello spazio, permettendo all’umanità di saperne di più sul ruolo della gravità e sulla natura dell’energia e della materia oscura».
I pannelli fotovoltaici realizzati da Leonardo per la missione Euclid
I micro-propulsori a gas freddo che consentiranno all’ESA di controllare l’orientamento della sonda nello spazio con correzioni di direzione di osservazione infinitesimali sono stati realizzati tra Nerviano e Campi Bisenzio. A Nerviano, inoltre, sono nati anche i pannelli fotovoltaici che assicureranno l’alimentazione di tutti i sistemi del satellite: «Si tratta di tre pannelli, per un totale di quasi 3.000 celle, installati sopra lo scudo termico – spiegano da Leonardo – e in grado di resistere fino a +160°, con la funzione di erogare l’energia e proteggere il telescopio dal calore».
Foto in copertina: ESA. Acknowledgement: Work performed by ATG under contract for ESA., CC BY-SA 3.0 IGO
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