Taglio del nastro per il nuovo murales alle scuole Raimondi di Rescalda
Il nuovo murales nasce sulle ceneri di un'opera di un artista sudamericano del 1993 ed era finita nei mesi scorsi al centro di qualche polemica
Taglio del nastro per il nuovo murales all’ingresso della scuola secondaria di primo grado Raimondi di Rescalda, inaugurato tra coriandoli e palloncini in occasione dell’ultimo giorno di scuola, a coronamento di un percorso partito ormai due anni fa che in paese ha anche provocato qualche polemica.
Il murales realizzato dai ragazzi delle classi terzi è figlio di un’idea nata nel 2021 all’interno del Laboratorio Città dei Bambini, perimetro al cui interno aveva trovato terreno fertile il progetto di realizzare un murales in ogni scuola di Rescalda per collegarle simbolicamente tra loro, scegliendo l’arcobaleno come filo rosso per raccontare con l’arte i valori delle scuole.
Così gli studenti avevano dato forma alle loro proposte presentando i relativi elaborati, confluiti in un concorso di idee che ha portato alla scelta del disegno poi diventato un murales. Lo step successivo era stata l’individuazione della location per realizzarlo, e proprio a questo punto del percorso si erano innestate le polemiche: come “tela”, infatti, è stata scelta la parete esterna all’ingresso della scuola, uno «spazio di accoglienza, che viene visto anche dalla strada e porta quindi il messaggio anche al di fuori del plesso», come sottolineano Alessandra Colombo e Luca Troisi, i docenti che hanno coordinato il progetto.
Lì, però, un murales c’era già ed era stato realizzato da un artista sudamericano nel 1993 insieme ad un’opera che aveva invece trovato casa nell’asilo in centro a Rescaldina, e la scelta di “cancellarlo” non era stata vista di buon occhio da diversi cittadini. Il dipinto, però, «non era in buone condizioni – spiegano gli insegnanti responsabili del progetto -: i tecnici inviati dal comune avevano appurato lo scrostamento della pittura e la crescita di vegetazione. Andava risanato, e questo abbiamo fatto».
Senza rinunciare però alla continuità. «Il murales per sua natura richiede cambiamento e rinnovamento, ha l’obiettivo di portare qualcosa di nuovo tenendo però qualche pezzettino di quello che c’era prima – sottolineano Colombo e Troisi -: abbiamo quindi deciso di tenere le mani che si incontrano, i colori dell’arcobaleno, le persone che si abbracciano e trasformarle con il linguaggio dei ragazzi».
Ne è nata quella che docenti e studenti oggi raccontano come «un’esperienza bellissima», che ha permesso ai ragazzi delle Raimondi di trasformare le loro competenze in qualcosa di pratico ma anche di stare insieme, «riqualificando una parte della scuola ormai degradata con un linguaggio nuovo». E oggi quel qualcosa è diventato ufficialmente il biglietto da visita della scuola, con la speranza che duri, come il suo predecessore, per altri 30 anni.
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