Dopo la tornata amministrativa che ha portato all’elezione di Nuccia Berra a sindaco di Cerro Maggiore con il 60,69% dei voti, confermando per il secondo mandato consecutivo al timone del paese il centrodestra, prende forma anche il nuovo consiglio comunale del paese tra volti nuovi e riconferme.

Le elezioni amministrative hanno assegnato undici seggi al Centrodestra Unito, la lista che si è imposta nella competizione elettorale, mentre Bene Comune, la civica di centrosinistra che ha ottenuto il 39,31% dei consensi, occuperà cinque banchi. A supporto del prima cittadina fresca di riconferma prenderanno posto in consiglio comunale tra i seggi della maggioranza il vicesindaco uscente Alessandro Provini (150 preferenze) – il più votato del centrodestra -, Daniel Dibisceglie (122 preferenze), Vincenzo Stragapede (79 preferenze), Beatrice Del Pio (71 preferenze), Angelo Proverbio (71 preferenze), Sara Mutti (58 preferenze), Gianluca Ciculi (44 preferenze), Ciro Oriunto e Laura Signò (43 preferenze), Mariangela Monticelli (41 preferenze) e Roberto Proverbio (36 preferenze)

Siederanno invece tra i banchi di Bene Comune la candidata sindaco non eletta Roberta Cé, Pietro Cozzi – che con 153 voti è risultato il nome scritto più di frequente sulle schede elettorali di chi ha votato la lista e il più votato in assoluto della tornata elettorale -, Elisa Croci (106 preferenze), Simone Gianazza (96 preferenze) e Veronica Giudici (89 preferenze).

Bisognerà aspettare ancora, invece, per conoscere la giunta che accompagnerà Nuccia Berra nei cinque anni di mandato che la aspettano dopo la vittoria delle elezioni. La prima cittadina, però, ha già preannunciato la conferma per gli esponenti della squadra di governo cittadino che hanno dato la propria disponibilità a proseguire nell’incarico. Al di là delle possibili conferme, comunque, almeno una new entry ci sarà sicuramente: dopo le dimissioni rassegnate a poche settimane dal voto dall’ex vicesindaco Antonio Foderaro, infatti, la sue deleghe non erano state riassegnate: a mezzo decreto, infatti, il sindaco Berra aveva messo nero su bianco la volontà di tenere per sé le deleghe ai Lavori pubblici, Patrimonio, Urbanistica e Ambiente.