Accordo “anti-discarica” per il Polo Baraggia, il M5S: “Ma quale vittoria?”
Il M5S "boccia" l'accordo per il recupero del Polo Baraggia e punta il dito contro i materiali per il riempimento della voragine, il traffico e la rinuncia alle fideiussioni
«Ma quale vittoria?». È lapidario il Movimento 5 Stelle di Cerro Maggiore e Cantalupo nel commentare il protocollo d’intesa per il ripristino ambientale del Polo Baraggia che ha ricevuto il via libera della giunta di Palazzo Dell’Acqua. I pentastellati, che hanno scelto di fare un passo indietro rispetto alla prossima tornata elettorale e non saranno della partita, non nascondono il loro disappunto davanti a quello che dalla maggioranza è stato invece definito un «accordo tombale» che allontana «per sempre» lo spettro della discarica.
Per il M5S, che non nasconde «una prima reale ondata di emozione» alla notizia dell’accordo dato che si parla di una vicenda che «tormenta il nostro territorio da così tanto tempo da coinvolgere più generazioni», nel documento c’è più di un punto «inaccettabile», a partire dal tipo di conferimenti individuati per il riempimento della voragine. «La società Ecoceresc, che già non ha rispettato i precedenti accordi stipulati tra i Comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina e Città Metropolitana, chiede di poter sversare materiali che, pur rientrando nei termini di legge, sono a tutti gli effetti sostanze pericolose che risultano incompatibili con la vita – sottolineano i pentastellati -. Il progetto iniziale di creare una rinaturalizzazione in fossa, ovvero un parco come ad esempio quello degli Aironi a Gerenzano, diventa infatti inattuabile proprio a causa di queste sostanze e viene trasformato in un parco fotovoltaico, di proprietà del privato, ad appannaggio del privato e che creerà utili al solo privato».
«Non dimentichiamoci che ciò che la società Ecoceresc doveva attuare nel polo Baraggia non era soltanto la chiusura dei cancelli – aggiungono dal Movimento 5 Stelle -, ma piuttosto il risarcimento dovuto alla nostra popolazione per tutto ciò che la nostra città ha subito negli anni a causa della discarica! Perché non è stata accettato l’originale elenco di materiali? Cosa deve portare realmente qui Ecoceresc che non era compatibile con l’elenco originale? Da quelle che dovevano essere terre e rocce da scavo, arriviamo a sottoprodotti di inerti che potrebbero contenere cromo esavalente (7 volte di più rispetto all’accordo precedente), arsenico (da 20 a 50), piombo (da 100 a 1000), cianuri (da 1 a 100) e fluoruri (in concentrazioni oltre 20 volte superiori). Sostanze che a Cerro, dopo la vicenda ex Cromos, vorremmo non sentire più nemmeno nominare».
A far storcere il naso ai grillini c’è poi il capitolo legato al traffico e alla viabilità. «Dieci anni di sversamenti, dieci anni di camion, sette mezzi ogni ora e in cambio cosa accetta? Che venga costruita una rotonda su via San Clemente che sarà ad appannaggio quasi esclusivo del solo accesso alla discarica. La società Ecoceresc impegna 450mila euro per progetto, costruzione e gli espropri che saranno necessari, con la clausola che se non dovessero bastare il resto lo metterà il Comune».
Ultimo punto sull’agenda dei pentastellati «la rinuncia alle fideiussioni che la Ecoceresc deve a garanzia che i lavori vengano svolti». «C’è da dire che si tratta di fideiussioni di importo ridicolo, relative al precedente accordo, 50mila euro per la piantumazione, per dirla in termini semplici – sottolineano dal Movimento 5 Stelle -. Questa rinuncia però ci lascia completamente senza garanzie da parte di una società che più volte si è dimostrata inadempiente dei precedenti accordi e che anzi, ha provato a farci causa senza successo per non rispettare quanto deve ai nostri Comuni».
«Il protocollo di intesa prevede che entrambi i Comuni coinvolti nella vicenda, noi e Rescaldina, accettino le medesime condizioni e dalle dichiarazioni a mezzo stampa del Sindaco Ielo questo sembra già impossibile – conclude il M5S -. Per questi motivi ci domandiamo perché il nostro Comune dovrebbe accettare un accordo del genere? Perché i nostri cittadini dovrebbero subirlo? E perché una decisione che coinvolgerà il territorio per i prossimi dieci anni è stata presa senza alcun coinvolgimento della cittadinanza e a ridosso delle elezioni con questa fretta?».
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