Bimba in pronto soccorso dopo un piatto “sbagliato” servito in mensa, la famiglia sporge denuncia
Alla piccola, affetta da favismo, è stato servito in mensa un piatto a base di piselli, come era già successo a settembre. La famiglia si è rivolta ad un legale
Un piatto “sbagliato” servito in mensa è costato un controllo in pronto soccorso ad una bimba di sei anni che frequenta la scuola primaria Dante Alighieri di Rescaldina. La piccola per fortuna sta bene, ma non è il primo episodio di questo genere che la famiglia deve affrontare e stavolta ha deciso di passare alle vie legali: prima presentando una denuncia alla Stazione dei Carabinieri del paese, e poi rivolgendosi ad un avvocato, che ora sta valutando il da farsi.
Di figlie che frequentano la primaria di via Mazzini la famiglia ne ha due, entrambe affette da favismo, un difetto enzimatico che comporta il rischio, in determinate condizioni, di comparsa di una anemia acuta non immune: in parole povere, la distruzione improvvisa dei globuli rossi. Tra i fattori che possono “innescare” la crisi emolitica ci sono alcune sostanze presenti nei piselli, e proprio un passato di piselli è costato alla piccola un pomeriggio in pronto soccorso, dal quale la bimba è stata fortunatamente dimessa senza conseguenze.
Quello che si è verificato nella seconda metà di marzo, però, non è stato un episodio isolato. «Quando la più grande delle mie figlie frequentava la prima elementare in mensa le è stato dato un piatto a base di piselli ed era stata ricoverata per tre giorni in ospedale – ci racconta il padre -. Da allora non si erano più verificati casi simili, e quando è cambiato il gestore del servizio di refezione scolastica abbiamo subito provveduto a trasmettere i certificati medici. A settembre, però, nella prima settimana di attivazione del servizio mensa, alla più piccola è stato servito un piatto a base di piselli: fortunatamente la bambina se n’è accorta e non l’ha toccato. All’epoca avevo chiesto un incontro con il Comune e con l’azienda, i cui dirigenti si erano scusati. Lo scorso 21 marzo, poi, sono stato chiamato dalla scuola: sempre alla più piccola era stato portato un piatto di passato di piselli e questa volta la bambina lo ha assaggiato, per cui siamo dovuti andare in ospedale per tutti i controlli del caso».
Dopo l’ultimo episodio la famiglia ha deciso di sporgere denuncia e di affidarsi ad un legale, ma ha dato voce alle proprie rimostranze anche con una mail trasmessa via PEC alla scuola, al Comune e all’azienda che gestisce il servizio di refezione scolastica. Solo dalla scuola (che ha preferito non rilasciare dichiarazioni, ndr), però, è arrivato un riscontro, e questo ha ulteriormente amareggiato il genitore. Da Piazza Chiesa, però, arriva la disponibilità ad un nuovo incontro con la famiglia. «Capisco benissimo che il genitore sia arrabbiato – commenta l’assessore all’Istruzione Enrico Rudoni -: quello che è successo è gravissimo, non si scherza con queste situazioni. Come Comune abbiamo già fatto quello che potevamo a livello di capitolato applicando le penali all’azienda. È nostro compito monitorare, naturalmente, ma non possiamo controllare quotidianamente le diete che vengono somministrate. Siamo però molto dispiaciuti per quello che è successo e siamo pronti ad incontrare al più presto il genitore».
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