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Carenza di medici, l’appello della dottoressa Piantoni: “Più attenzione ed ascolto sul territorio”

Per Piantoni medico di medicina generale di Canegrate: "Manca un interlocutore con il quale poter capire come agire concretamente sul territorio sfruttando gli spazi e i servizi già esistenti”

Medicina

«Ci vuole più attenzione ed ascolto sul territorio». Ne è certa la dottoressa Lucia Piantoni, medico di Medicina Generale a Canegrate, convinta che enti come Ats debbano lavorare per dare respiro ai medici territoriali e libertà di scelta ai pazienti costretti, a causa della carenza di professionisti, a migrare in altri Comuni per trovare un dottore di riferimento.

Le attuali criticità sono frutto della politica perpetrata non solo in Lombardia, ma in tutta Italia in questi anni. Di fatto, come ha precisato la stessa dottoressa, non sono state attuate strategie a lungo termine per affrontare i pensionamenti della così detta generazione “baby boomer”. 

In questo contesto il mendico di Medicina Generale riesce ancora a portare avanti la sua professione?
«A fatica. La platea di utenti continua a crescere e siamo chiamati a dare risposte e attenzione. Non è semplice. Il medico di famiglia è una figura importante in quanto instaura un rapporto di fiducia con il paziente, entra nel privato e ha una visione globale della persona e delle sue patologie».

Quale il profilo degli utenti a suo carico?
«Come tanti colleghi su una platea di oltre 1900 pazienti registro una percentuale elevata di pazienti cronici e anziani. Ed un numero di malati che hanno problemi di salute di estrema complessità: parliamo di persone allettate, impossibilitate a muoversi. Appare quindi evidente l’importanza di riuscire garantire anche le visite a domicilio».

Anche in un comune come Canegrate si accusano gli effetti del mancato rinnovo tra pensionamenti e nuove leve?
«Direi di sì. Ho molti utenti che vivono un certo disagio per la difficoltà nel reperire medici disponibili a lavorare con certi carichi assistenziali divenuti ormai inevitabili vista la situazione. Di certo sarebbe ottimale che un medico arrivasse a Canegrate quanto prima, dopotutto le opportunità non mancano».

Qual è la lacuna che come professionista pensa sia più evidente?
«Manca una reale percezione del territorio e delle sue mancanze. ATS Milano, proprio per via della sua struttura, non si occupa mai di valutare le reali esigenze del territorio anche sulla base delle caratteristiche della popolazione da assistere. A parer mio le cose andranno ben peggio nei prossimi mesi, quando i nuovi pensionamenti renderanno la situazione ancora più critica. Manca un interlocutore con il quale poter capire come agire concretamente sul territorio sfruttando gli spazi e i servizi già esistenti. Ad esempio nel mio ambulatorio ci sarebbe la possibilità di inserire un nuovo medico: ciò porterebbe alla possibilità di attivare servizi territoriali come quello infermieristico. Ma niente, i mesi passano e nulla cambia…anzi».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Marzo 2023
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