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Quando al Cinema Teatro La Torre di Rescaldina suonavano Battiato, Vecchioni e De André

Negli anni d'oro al Cinema Teatro La Torre hanno suonato i grandi della musica italiana e sono nati talenti con il Festival Rock della Valle Olona

Dentro al Cinema Teatro La Torre di Rescaldina

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Chi passeggia lungo via Barbara Melzi a Rescaldina del Cinema Teatro La Torre, ormai, vede ben poco: la teca con la scritta Cinema Teatro La Torre – o meglio quel che resta delle sue lettere rosse – e quello che una volta era l’ingresso principale del cinema, oggi troppo spesso ridotto a parcheggio. Difficile immaginarlo, ai giorni nostri, nei suoi anni d’oro, quegli anni ’70 e ’80 quando sul suo palco suonavano artisti come Franco Battiato, Fabrizio De André e Roberto Vecchioni. Eppure il Cinema Teatro La Torre nei decenni scorsi ha ospitato le prove di tour e concerti dei grandi della musica italiana. Lì, tanto per citare qualche altro nome, hanno suonato Mango, la PFM, Alice, Garbo, Giuni Russo, i New Trolls, Eugenio Finardi, gli Stormy Six, Elio e le Storie Tese, Eros Ramazzotti, Gianluca Grignani.

«Diversi anni fa abbiamo suonato per la prima volta proprio su questo palco, eravamo dei ragazzini – ci raccontano Renato Franchi e Gianfranco D’Adda, su quello stesso palco dove li abbiamo incontrati per r -. Lo ricordo ancora come se fosse ieri: il teatro era pieno di gente e c’erano diversi gruppi, che in quegli anni si chiamavano complessi. Noi avevamo formato i New Vox, eravamo intorno al 1967/1968. Da lì è partito il nostro viaggio e ci ritroviamo qui oggi a testimoniare la grandezza e la bellezza di questo spazio: qui, grazie all’acustica molto particolare del teatro e forse anche ai costi accessibili, venivano a provare i loro tour e i loro album artisti di fama nazionale. Seduti lì (indicano la platea, ndr) ascoltavamo le prove di Fabrizio De André per “Creuza de mä”, qui s’è vista gente del calibro di Battiato, Vecchioni, Mango, la PFM, Alice, Garbo, Giuni Russo, i New Trolls, Finardi, gli Stormy Six, Elio e le Storie Tese, Ramazzotti, Grignani per citare solo alcuni nomi».

E la loro musica è ancora un ricordo vivo in paese. «Io abitavo proprio qui di fronte – ricorda Renato Franchi -. Una sera c’erano i New Trolls per il loro tour e dalle dieci e mezza fino alle due di notte hanno provato il corettino di “Quella carezza della sera”: sempre quello stesso pezzo, a dimostrazione della professionalità dei gruppi che suonavano allora in Italia che provavano al millesimo la loro performance. Non sempre le prove erano aperte al pubblico ma quando era possibile noi venivamo. I gruppi dopo le prove a volte organizzavano una serata aperta al pubblico, una sorta di “data zero” per il loro tour, e ascoltandoli si ricevevano le emozioni grandissime che sapevano dare».

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Emozioni come quelle che dal 1981 ad oggi ha regalato e continua a regalare “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato, l’artista “simbolo” degli antichi fasti del Cinema Teatro La Torre, che in via Melzi ha registrato anche il video di quello che è tuttora uno dei suo brani più famosi. «Ci era stato proposto di venire al Cinema Teatro La Torre per le prove – spiega Gianfranco D’Adda, che per 30 anni ha lavorato fianco a fianco con Battiato -: da lì è nata l’idea di registrare il video di “Centro di gravità permanente”. La bellezza di questo incontro è stata la possibilità che Franco Battiato ha dato a noi, musicisti e attori, di improvvisare la coreografia. Nel video c’è Battiato che danza: quella parte è dissacratoria, lui concepisce la danza in quel modo e rompe gli schemi, è stato straordinario. Noi, invece, ci siamo inventati di girare in cerchio, in una spirale, con un significato ben preciso. È un’esperienza che mi rimarrà per tutta la vita: in questo teatro sento ancora le energie del mio vissuto».

Il Cinema Teatro La Torre, però, negli anni non è stato solo un tempio della musica con la M maiuscola, ma anche un trampolino di lancio per tanti artisti emergenti con il Festival Rock della Valle Olona . «Come circolo Arci Arcadia di Rescaldina abbiamo organizzato dal 1987 un contest rock per i gruppi di ragazzi che suonavano ma non avevano la possibilità di farci sentire – racconta Giovanni Arzuffi -. Il primo anno hanno partecipato una ventina di gruppi, nelle edizioni successive siamo arrivati anche ad una quarantina: ogni gruppo portava tre brani e c’era una giuria che valutava la loro capacità di suonare, i testi e la musica dei pezzi, che quasi sempre erano pezzi originali. Il festival si chiudeva con una serata dedicata ai finalisti, al termine della quale per i tre vincitori c’era un piccolo premio».

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«La cosa bella, emersa soprattutto nei primi anni, è che i vari gruppi anche se suonavano generi diversi, ascoltavano le esibizioni altrui, e magari si mischiavano tra loro e davano vita ad altri gruppi. Abbiamo organizzato il festival per una decina di anni, alla fine purtroppo non c’era più entusiasmo da parte dei ragazzi che suonavano: all’inizio non tutti sapevano suonare bene ma avevano passione e la curiosità di ascoltare gli altri, mentre alla fine molti suonavano bene ma erano interessati solamente al loro genere. Il contest, però, è stato una fucina di gruppi e di musicisti che hanno continuato a suonare singolarmente: ad esempio i Punkreas hanno partecipato ad una delle prime edizioni».

Oggi di quel passato da antologia della musica, però, rimangono solo la polvere e i ricordi. «È un peccato che tutto questo si sia interrotto – conclude Renato Franchi -: con la chiusura del teatro è come se si fosse interrotto un sogno, una bella emozione, un percorso artistico che poteva dare possibilità a tanti giovani e a tante proposte».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 08 Marzo 2023
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