In garage a Gallarate i volontari preparano le candele da trincea per i soldati ucraini
A realizzare le candele da mandare al fronte sono i volontari di Cuori Uniti, gruppo di volontari dell'Alto Milanese nato per portare avanti le tradizioni della loro terra di origine
Ogni domenica da ormai un anno si trovano in un garage adibito a laboratorio, a Gallarate, e preparano gli aiuti per gli ucraini al fronte e i civili bisognosi. Sono una ventina di persone: la maggior parte di loro è arrivata sul territorio – Varesotto e Alto Milanese – dall’Ucraina molti anni prima dello scoppio della guerra. Fanno tutti parte di Cuori Uniti, gruppo di volontari nato per portare avanti le tradizioni della loro terra di origine, trasformata in un sodalizio benefico quando il loro Paese è stato invaso dalla Russia: «A un anno dallo scoppio della guerra – ci racconta Marta, di Somma Lombardo – siamo più uniti che mai. All’inizio eravamo disorganizzati, abbiamo improvvisato raccolte fondi e di generi di prima necessità. Con il passare del tempo ci siamo strutturati: abbiamo allestito un laboratorio all’interno di un garage dove ci troviamo a cadenza settimanale per accatastare e inscatolare materiale sanitario, abiti, cibo in scatola e costruire le candele da trincea da inviare ai soldati che combattono in Ucraina». I volontari dell’associazione raccolgono lattine, cartoni e cera usati e li assemblano in candele da inviare al fronte. «Le candele da trincea – spiega Marta – possono bruciare da tre a sei ore e servono sia come fonte di luce che di calore, altrimenti non disponibile. Possono riscaldare una trincea, non si spengono con il vento e resistono anche alla pioggia. Le usano anche per cucinare. Facciamo quello che possiamo per sostenere i nostri soldati che non si arrendono in questa guerra massacrante».
«In questo modo viviamo insieme l’angoscia e la preoccupazione per il nostro Popolo – prosegue la volontaria -. le necessità sono ancora tante». La maggior parte dei profughi accolti sul territorio – Marta ne ha ospitati quattro a casa sua – sono tornati in Ucraina, nelle zone di confine non interessate dal conflitto. «Noi continuiamo ad andare avanti ad aiutarli da qui. Come volontari abbiamo fatto un pranzo di beneficienza per comprare vestiti: il mare è fatto di tante gocce e noi lo alimentiamo».
Vede qualche prospettiva di pace? «La situazione è nera – risponde Marta -: ogni metro di terra che ci riprendiamo dall’invasore lo paghiamo in vite umane, ma nessuno si arrende. Se si ferma Putin finisce la guerra se si fermano gli ucraini, finisce l’Ucraina. Naturalmente ci auguriamo presto di potere tornare a vivere in pace: domenica anche noi saremo alla fiaccolata a Milano».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.