Elezioni regionali, il bilancio dell’ex sindaco Cozzi: “La Lega è tornata la prima forza politica a Nerviano”
Dopo le elezioni regionali Massimo Cozzi traccia un bilancio non solo del risultato uscito dalle urne, ma anche dell'esperienza da candidato
«La Lega è tornata la prima forza politica a Nerviano». Lo sottolinea l’ex sindaco Massimo Cozzi, che ad una settimana dallo scrutinio per le elezioni regionali ha tracciato un bilancio non solo del risultato uscito dalle urne, ma anche dell’esperienza vissuta come candidato proprio nelle file del Carroccio.
La leadership del partito a Nerviano, dove ha ottenuto il 24,07% dei consensi contro il 23,47% di Fratelli d’Italia – unica forza politica oltre alla Lega a superare quota 20% in paese, con il PD fermo al 19,45% -, «è un dato presente in pochissimi Comuni della Città Metropolitana» che spinge Cozzi, oggi consigliere di opposizione, a sottolineare la necessità di «proseguire con una presenza capillare, sempre pronti ad ascoltare i cittadini: Sono convinto che, alla lunga, il lavoro sul territorio paghi».
Accanto alla soddisfazione per il risultato del Carroccio, per Cozzi c’è anche quella per il risultato personale. «Ringrazio di cuore i 645 nervianesi che mi hanno onorato della loro preferenza – continua il consigliere, che vede nell’elezioni di Silvia Scurati una garanzia per Nerviano e l’Alto Milanese, che avranno un punto di riferimento sicuro in Regione» -. Considerati i 1.214 voti arrivati alla Lega, praticamente un nervianese su due che ci ha votati mi ha dato anche la preferenza. Un grandissimo risultato che mi dà ancora più forza per impegnarmi sul territorio come consigliere comunale di opposizione. Le preferenze totali sono state 893 e per questo voglio ringraziare chi mi ha concesso fiducia, concedendomi un risultato personale al di sopra delle mie aspettative».
Rimane, però, «l’unico forte rammarico» dell’astensionismo, mai così alto in precedenza alle elezioni regionali. «È doveroso partire dal fatto che più della metà degli elettori, in gran parte giovani, non si sono recati alle urne. Un dato che deve far riflettere tutte le forze politiche e sociali, per metterlo al centro dell’attenzione e rilanciare con forza la “vita pubblica”».
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