San Vittore Olona ha ricordato le vittime delle Foibe con i giovani delle scuole Leopardi
Con una intensa riflessione questa mattina, venerdì 10 febbraio, sono state commemorate a San Vittore Olona le vittime delle Fiobe alla presenza dell'assessore alla Cultura Roberto Salvato
«Nessuno può essere sottoposto a tortura, nè a pene o trattamenti inumani o degradanti. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione». Con una intensa riflessione questa mattina, venerdì 10 febbraio, sono state commemorate a San Vittore Olona le vittime delle Fiobe alla presenza dell’assessore alla Cultura Roberto Salvato. L’iniziativa dedicata ai giovani si è svolta nell’auditorium della scuole Leopardi ed ha visto la messa in scena dello spettacolo “Urla dalle Foibe” con Lisa Ferranti e Max Giavazzi.
Durante l’incontro è stata raccontata la sanguinosa repressione anti-italiana ordinata dal maresciallo Josip Broz Tito. Un periodo buio durante il quale i prigionieri uccisi legati assieme ad alcuni ancora in vita venirono gettati nelle foibe: profonde spaccature naturali del terreno tipiche delle montagne del Carso, diffuse in Friuli-Venezia Giulia. E un prezzo altissimo lo pagarono le donne seviziate e poi uccise o gettate ancora in vita nelle fosse. Una tragedia che è stata obliata per quasi sessant’anni. Si perchè solo nel 2004 il Parlamento approvò la “legge Menia” (dal nome del deputato triestino Roberto Menia, che l’aveva proposta) sulla istituzione del “Giorno del Ricordo”. Ma allo stesso tempo non va dimenticato che gli italiani dal 1941 al 1943 in Jugoslavia applicarono come i nazisti la regola della rappresaglia contro le popolazioni civili, macchiandosi di gravissimi crimini. Dunque ricordare facendo i conti con la storia prendendo consepevolezza di quanto accaduto può solo aiutare ad estirpare il seme dell’odio e del razzismo.
«Questa è una pagina della storia italiana che non va più dimenticata, ma trasmessa… raccontata ai giovani – afferma Salvato -. Questa giornata è per tutte le persone morte per la sola colpa di pensarla diversamente. Per tutti gli italiani costretti a lasciare le proprie case per il solo fatto di essere italiani in una terra che improvvisamente è diventata straniera. Per non dimenticare e per dare voce e attuazione ai passi che la storia ci ricorda di fare. La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».
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