Il Comune di Rescaldina diventa proprietario della Corte della Torre Amigazzi
Avviato con l'approvazione in consiglio comunale l'iter per l'acquisizione della proprietà della Corte della Torre Amigazzi al Comune di Rescaldina
Di riqualificazione della corte della Torre Amigazzi a Rescaldina si parla ormai da due anni, da quando Rescaldina ha iniziato insieme a Legnano e Parabiago il percorso per ottenere i finanziamenti per il restyling di quello che è a tutti gli effetti un “luogo del cuore” per il paese attraverso il bando nazionale per la qualità dell’abitare. E ora il consiglio comunale ha messo un primo punto fermo nella strada che porterà a scrivere il futuro della corte e della vicina piazza Mercato approvando la rinegoziazione della convenzione relativa all’edificio, grazie alla quale l’immobile diventerà di proprietà del comune.
La convenzione originaria risale al 2008 e riguarda non solo la corte della Torre Amigazzi, ma anche il piano attuativo in via Caduti di Nassiriya. Quello che era stato scritto nel documento, però, non era mai stato tradotto in realtà, così per partecipare la bando il Comune aveva sottoscritto con l’operatore una scrittura privata in base alla quale la proprietà si impegnava a concedere a Piazza Chiesa l’uso dell’edificio per 25 anni. Nei mesi scorsi, poi, avevano preso il via gli incontri con l’operatore per la rinegoziazione dei piani attuativi ma anche il percorso partecipativo con la cittadinanza per la progettazione definitiva dell’intervento, dal quale erano emerse le idee di una nuova sede per la biblioteca, di un’area museale e di locali per l’esposizione dell’archivio storico del Comune risalente a fine ‘800 da affiancare ai negozi di vicinato e agli 11 appartamenti in co-housing e housing sociale.
Proprio sulla scorta di queste idee, quindi, il comune si era mosso per ottenere la proprietà del bene. «Abbiamo ottenuto con molta fatica da parte dell’operatore una rinegoziazione per cui il Comune è arrivato ad acquisire tutta la corte Amigazzi – ha spiegato durante la seduta consiliare l’assessore ai Lavori pubblici Adriana Gulizia – e in più verrà acquisita anche un’area verde del piano attuativo vicino al Bosco della Pace in modo che ci possa essere minore consumo di suolo in quell’ambito e ci sia una continuità verde lungo via De Gasperi».
«Di contro – ha aggiunto l’assessore alla partita – il Comune prevede un mancato ricavo per la realizzazione dei box interrati che ovviamente l’operatore non potrà più costruire sotto la corte, riconosce la mancata riqualificazione della Piazza Mercato e della viabilità – che verranno comunque realizzate all’interno del bando -, il versamento degli oneri e la rimozione del vincolo del canone condizionato perché nel piano attuativo di via Caduti di Nassiriya era prevista la realizzazione di housing sociale che non c’è più necessità di prevedere in quel luogo. A conclusione di questo ragionamento, l’operatore dovrà conguagliare in favore del comune 61.890 euro. Credo che sia un grosso successo per i cittadini il fatto di poter avere la corte Amigazzi e la torre, che sono luoghi molto identitari e centrali rispetto al paese».
La delibera, in linea con quella che era stata finora la posizione del gruppo consiliare, ha però provocato una levata di scudi da parte del centrodestra. «Non riteniamo opportuna questa operazione – ha sottolineato il consigliere Ambrogio Casati -. Questa operazione prevedeva inizialmente l’utilizzo del bene per 25 anni, dopo i quali avremmo dovuto restituirlo al proprietario, e avevamo detto diverse volte che questo procedimento non era idoneo: ora ci avete ascoltato? Nel caso non fosse così, sarebbe ancora peggio perché vorrebbe dire che avevate già in mente di comprare la corte mentre continuavate a dire che l’avreste solo ristrutturata. La toppa ora è peggio del buco: bisognerebbe valutare i termini economici con i quali avete stabilito di comprare questa proprietà senza la minima condivisione con l’opposizione, tant’è che in commissione è stata presentata una delibera con dei puntini al posto delle cifre».
Proprio sulle cifre, peraltro, Casati ha sollevato più di un dubbio, dal valore di oltre mezzo milione di euro attribuito alla Corte Amigazzi a quello per il mancato ricavo relativo ai box interrati, passando per la rimozione del vincolo del canone condizionato. «Riteniamo che questa delibera debba essere ritirata e portata in commissione, dove i commissari devono avere a disposizione tutte le possibilità per valutare queste cifre – ha proseguito Casati -: si deve spiegare ai commissari per filo e per segno cosa rappresentano e da dove arrivano, non venire a dire che il conguaglio a favore del comune è di 62mila euro. Soldi che tra l’altro non verranno neanche fatti pagare dando ancora all’immobiliare la possibilità di saldarli con lavori sugli immobili comunali. Avete calcolato poi l’impatto sui bilancio successivi? Nelle riunioni con i cittadini ai quali volete far digerire questa operazione avete detto che questi 5 milioni di euro devono essere restituiti, se non direttamente dai rescaldinesi ma in quanto cittadini italiani?».
Le cifre stigmatizzate dal centrodestra, però, non rappresentato il punto focale della questione per la maggioranza. «Nella bozza non c’erano importi ma ci sono delle perizie nella pratica a cui potete accedere liberamente – ha replicato il sindaco Gilles Ielo, contestando cifra per cifra le obiezioni mosse da Casati e rivendicando le valutazioni fatte sia rispetto all’impatto sulle casse comunali, sia rispetto alla scelta di accettare la messa in opera del pagamento con manutenzioni ordinarie -. Alla data della commissione l’operatore chiedeva ancora la rimodulazione di alcune voci, quello che interessava i commissari non era l’importo ma la natura dell’importo, ovvero le voci poste sul tavolo per arrivare al riconvenzionamento, che nella bozza inviata c’erano. Il comune è soddisfatto? No, perché è una convenzione del 2008 e il comune sarebbe soddisfatto se ci fosse stato il pieno adempimento di quanto sottoscritto. Questa amministrazione è soddisfatta? Sì, perché la convenzione non aveva luce né speranza dopo 15 anni durante i quali non si era mosso un filo d’erba».
Dai banchi del centrodestra, peraltro, sono piovute anche critiche rispetto alla scelta di realizzare negozi di vicinato («Davvero pensiamo che ce ne sia la necessità quando ci sono tanti negozi con le serrande abbassate e sfitti?») e di spostare la biblioteca, proposta «interessante» ma che per i consiglieri di opposizione non tiene conto dei due centri che ha il paese tra capoluogo e frazione, che renderebbero più idonea la soluzione di «biblioteche diffuse». La capogruppo Mariangela Franchi, poi, ha anche paventato il rischio che la Corte Amigazzi finisca per avere un destino simile a Villa Rusconi, «che è in condizioni fatiscenti e non fa venire voglia di essere usata». Rischio da escludere, invece, per la maggioranza. «Villa Rusconi è stata ristrutturata tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, la differenza sostanziale è che allora non era stata individuata una funzione specifica – ha sottolineato il presidente del consiglio comunale Massimo Gasparri -: qui c’è un indirizzo ben preciso e penso che questa sarà la chiave che farà funzionare bene questa ristrutturazione».
QUI LE CRITICHE MOSSE DAL CENTRODESTRA ALLA RINEGOZIAZIONE DELLA CONVENZIONE
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