Carenza di medici di famiglia a Rescaldina, il vicesindaco: “Primi risultati, continueremo a lavorare”
Il vicesindaco rassicura i cittadini sui canali aperti dall'amministrazione comunale per risolvere il problema della carenza di medici di base
«L’amministrazione non è affatto immobile, ma semmai, a tratti, impotente. Il pressing che stiamo facendo, però, finalmente sta portando i primi risultati». Il vicesindaco Enrico Rudoni, assessore alla salute di Rescaldina, interviene per rassicurare i cittadini sui canali aperti dall’amministrazione comunale per risolvere il problema della carenza di medici di base, che in paese continua a far discutere soprattutto dopo l’avviso pubblicato nella sezione dedicata alla scelta e revoca del medico di famiglia sul sito istituzionale dell’ASST Ovest Milanese: avviso in base alla quale per i pazienti senza medico di medicina generale, «fino a successive comunicazioni, in assenza di medici disponibili nell’ambito di residenza, sarà necessario rivolgersi ai medici del servizio di continuità assistenziale».
Che Rescaldina, insieme a Legnano, sia il paese che nel territorio sta soffrendo di più i problemi della sanità territoriale è un dato di fatto: lo testimonia il fatto che l’ambito formato dai due comuni sia l’unico nel Legnanese dove ci sono pazienti senza medico di famiglia. Qualche spiraglio, però, inizia ad aprirsi con la previsione di deroghe rispetto alla necessità di rivolgersi alla ex guardia medica per i pazienti over 75 e l’inserimento di un nuovo professionista nell’ambito entro il 15 febbraio. In mancanza di disponibilità ad un incarico temporaneo, peraltro, l’ATS Città metropolitana di Milano sta organizzando un ambulatorio medico temporaneo.
Spiragli che l’amministrazione comunale considera la base su cui continuare a lavorare per trovare soluzioni definitive. «Ho chiamato personalmente il responsabile del dipartimento di cure primarie di ATS, che mi aveva preannunciato l’arrivo di un pediatra di libera scelta a Rescaldina e mi invierà dei dati sulla programmazione dei bandi richiesti a Regione Lombardia – spiega Rudoni -. Mi sono confrontato anche con i medici di famiglia del paese per capire se ci siano strade che possiamo intraprendere per incentivare l’arrivo di nuovi professionisti sul territorio comunale. Siamo in contatto anche con dei consiglieri regionali rispetto al problema. Abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni in tutti i modi ma vogliamo assicurare ai cittadini che continueremo a “pressare” sia il Dipartimento Cure primarie di ATS che ASST. Insieme a tutto il gruppo consiliare stiamo valutando anche altre azioni di sensibilizzazioni per così dire più eclatanti, ma non possiamo fare di più: c’è un problema di pianificazione enorme».
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