L’amministrazione di Nerviano taglia indennità e gettoni di presenza anche per il 2023
Le rinunce a parte delle indennità degli amministratori e la conferma del gettone di presenza al ribasso porterà ad un risparmio annuo di circa 40mila euro
Anche per il 2023 la giunta di Nerviano punta sulla spending review e si taglia lo “stipendio”. Al termine di un’annata dove le indennità percepite dagli amministratori in altri comuni hanno fatto discutere – e non poco – la politica cittadina, Piazza Manzoni va controcorrente e sceglie di tagliare gli emolumenti del sindaco, del vicesindaco e dell’unica tra gli altri quattro assessori che avrebbe diversamente percepito il 100% dell’indennità dovuta.
In base alla normativa, infatti, l’indennità spetta per intero a chi, sindaco o assessore, da lavoratore dipendente opta per l’aspettativa non retribuita e ai lavoratori autonomi, mentre ai lavoratori dipendenti che in parallelo al mandato amministrativo decidono di portare avanti anche la propria attività professionale ne viene corrisposta la metà. Tradotto in pratica, questo per la giunta di Nerviano avrebbe significato indennità dimezzata per gli assessori Carolina Re Depaolini, Sergio Parini e Flavio Cozzi, mentre avrebbero avuto diritto al 100% dello stipendio il sindaco Daniela Colombo, il vicesindaco Claudio Minoja e l’assessore Laura Alfieri.
Sia la prima cittadina che gli assessori Minoja e Alfieri, però, hanno chiesto che venga loro corrisposto meno del dovuto. Al sindaco, al netto degli aumenti di legge, sarebbero spettati poco più di 3.700 euro al mese, ma Daniela Colombo ha deciso di rinunciare a 1.400 euro mensili. Al suo vice, invece, sarebbero andati circa 2.040 euro, ma ne percepirà all’incirca 1.290 visto che ha scelto di non farsi liquidare una quota pari a 750 euro mensili. Laura Alfieri, infine, si è auto-decurata l’indennità mensile di 600 euro, e riceverà quindi poco meno di 1.070 euro.
Non saranno solo sindaco e assessori a dare corpo alla spending review nervianese: anche il presidente del consiglio comunale Lorenzo Lattuada, infatti, che per legge avrebbe diritto ad un’indennità di funzione di 1.668,43 euro, ha confermo la rinuncia ad una quota pari a 600 euro mensili. I consiglieri comunali, infine, hanno scelto di non portare il gettone di presenza a 19,99 euro a seduta come previsto dalla normativa per i comuni con una popolazione tra i 10mila e i 30mila abitanti, ma di confermarlo a 15,47 euro. Si parla complessivamente di un risparmio annuo per l’ente di circa 40mila euro, che insieme ad altri tagli decisi dall’amministrazione andranno ad ammortizzare in parte gli extra-costi legati alle spese energetiche: extra-costi per i quali, però, si parla in realtà di cifre molto più alte, che in una delle corse sedute consiliari erano stati quantificati in almeno un milione di euro.
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