“La luce del presepe sopravvive al grigiore del tempo”, storia e simbologia con “Occhiocapolavoro”
Il blog è un progetto del dott. Giuseppe Trabucchi, direttore dell'Oculistica dell'ospedale di Legnano. Un progetto per «accompagnare il lettore in un viaggio di conoscenza dell’Occhio, attraverso anche aneddoti, approfondimenti, citazioni storiche, letterarie e molto altro"
Occhiocapolavoro è un blog curato dal dott. Giuseppe Trabucchi, direttore dell’Oculistica dell’ospedale di Legnano. Un progetto per «accompagnare il lettore in un viaggio di conoscenza dell’Occhio, attraverso la scoperta della sua anatomia e delle relative patologie, attraverso il racconto di aneddoti, approfondimenti, citazioni storiche e letterarie, la sua presenza nell’arte, nelle religioni, nelle credenze popolari e molto altro! Lo scopo è generare conoscenza, perché la conoscenza è cultura».
Oggi, in clima natalizio, l’ultimo testo riguarda il presepe, la sua storia, la simbologia.
Si avvicina il Natale, il suo arrivo scandisce il trascorrere degli anni. Si usa dire infatti “un altro Natale è passato”. Puntuale con le sue aspettative di momenti di riposo, di gioia, ma anche di riflessione. Un giorno da trascorrere, quando possibile, con le persone più care. Tra i tanti riti che lo caratterizzano, quello forse più rappresentativo è la preparazione del presepe.
La storia del presepe
ll presepe, o presepio, è una rievocazione figurata di un avvenimento molto importante nella storia dell’umanità: la nascita di Gesù. Il termine presepe deriva dal latino praesaepe, composto da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. Un’altra ipotesi fa nascere il termine da praesepire cioè recingere. Un luogo, quindi, dove viene tenuto a dimora il bestiame.
Per scoprire quando e come è nata questa tradizione possiamo far riferimento innanzitutto al mondo dell’arte. Basti pensare, ad esempio, agli affreschi di Giotto la Natività e il Presepe di Greccio nella Basilica superiore di Assisi, risalenti agli anni a cavallo tra il 1200 ed il 1300. Tuttavia, si attribuisce a San Francesco di Assisi l’idea di rappresentare il presepe per la prima volta. Scrive il Santo: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Tommaso da Celano nel testo Vita Prima San Francesco descrive la notte del 24 dicembre 1223 nei dintorni di Greccio, in Umbria – cittadina medievale arroccata a mezza costa della boscosa catena dei Monti Sabini. Egli scrive “è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia”.
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