Canegrate rescinde i contratti con i servizi di Azienda So.LE
Quest'azione di recesso sui servizi non sarà immediata. Il Comune nel frattempo chiede all'Azienda e ai Comuni di sedersi ad un tavolo per trovare soluzioni
«L’azienda So.LE si sta muovendo su piedi di argilla. È tempo d’intervenire». Il Comune di Canegrate ha deciso con fermezza di esercitare il diritto di recesso da alcuni contratti di servizio con l’Azienda Sole. Lo ha fatto con una delibera approvata nei giorni scorsi in consiglio comunale che ha visto il benestare della minoranza. Un’azione forte, ma definita in maniera positiva dal sindaco Matteo Modica: «Pensiamo sia una mossa costruttiva, fatta per il bene dell’azienda e della comunità».
Il problema è sorto nel momento in cui l’Azienda So.LE ha deciso di applicare il contratto Uneba (contratti collettivi nazionali) «Nel corso del 2022 sono emersi aspetti di criticità nella gestione dell’azienda sulla decisione presa nel 2021 dall’assemblea dei soci in merito al passaggio dal contratto delle cooperative sociali al contratto Uneba – hanno precisato gli assessori Zambon e Meraviglia -. Decisione presa sulla base di calcoli, fatti dalla struttura tecnica dell’azienda, rivelatesi poi erronei. E una volta corretto le cifre è stata imposta una spartizione di costi tra i soci ingiusta. ».
Si parla di una somma che supera i 400 mila euro, che come ha spiegato l’assessore Zambon su spinta del consigliere di minoranza Matteucci peserà sulle spalle dei comuni che più usufruiscono dei servizi dell’Azienda Sole: «Vengono ripartiti non proporzionalmente a seconda della base societaria ma in relazione al numero dei dipendenti assunti da sole che prestano servizio dei comuni. Manca il mutualismo: la scelta dell’azienda l’hanno fatta in tanti, ma solo alcuni Comuni, come il nostro, si sono appoggiati in maniera sostanziosa. Il conteggio è complesso, ma di certo questi maggiori costi sul bilancio di Canegrate peseranno in maniera sostanziale. Noi non tagliamo altri servizi e non aumentiamo le tariffe per risolvere questo problema. Chiediamo solo che tutti si siedano al tavolo e partecipano in maniera attiva: l’azienda deve vivere, ma non soffocare alcuni soci». A non piacere, quindi, non è la tipologia dei contratti per i lavoratori, ma la suddivisione delle spese «che non sono più di un’azienda sociale: il criterio dell’economicità ora non c’è più. Non intendiamo nuocere ai lavoratori, anzi». A far storcere il naso è anche l’ipotesi di un «contratto unico di servizio paventato da Sole che blindava i comuni per sei anni». Nel contempo il sindaco Modica ha sottolineato che per evitare «danni ai dipendenti assunti da So.LE abbiamo evitato di impugnare la deliberazione dell’azienda. È Sole che deve farsi carico dei suoi errori e sedersi ad un tavolo per trovare soluzioni».
Questa azione di recesso sui servizi Cse (Città del Sole) e Css (Stella Polare), il Nido e il collocamento di minori in comunità non sarà immediata: è previsto un periodo di transizione di due anni e mezzo Cse e Css. Un anno e mezzo, invece, per il Nido. «Non sono in discussione le tariffe per l’utenza o la qualità dei servizi – spiega Modica -. Le ragioni sono ben altre. troviamo sbagliato trovare sempre risorse straordinarie per tamponare problemi come questo che in realtà va risolto alla radice proprio per il bene dell’azienda stessa. Sole deve avere tutto l’interesse nel tenere con sè un socio importante come Canegrate: non solo in termini economici, ma anche per il contributo dato in questi anni sul fronte dello sviluppo di questa realtà sociale. L’obiettivo della delibera è di arrivare a trovare un percorso condiviso per il bene dell’azienda, dei lavoratori e anche di tutti i comuni soci».
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