Ildefonso Falcones mattatore a Nerviano con il suo ultimo romanzo “Schiava della libertà”
Falcones, scrittore spagnolo noto per i suoi apprezzatissimi romanzi storici, ha presentato in paese il suo ultimo romanzo "Schiava della libertà"
Viaggio tra la Cuba della seconda metà dell’800 e la Madrid di oggi all’ex Monastero degli Olivetani di Nerviano con Ildefonso Falcones. Lo scrittore e avvocato spagnolo salito agli onori delle cronache grazie ai suoi apprezzatissimi romanzi storici, già ospite a Legnano negli anni passati, nei giorni scorsi ha presentato in Sala Bergognone il suo ultimo romanzo “Schiava della libertà”, il primo ambientato in parte ai giorni nostri, arrivato nelle librerie italiane da pochi giorni.
Il libro dipinge il ritratto della tratta degli schiavi attraverso gli occhi di una giovanissima donna che nel 1856 sbarca al porto di Cuba dopo un triste viaggio come carico di stiva: Kaweka, undicenne prelevata dal suo villaggio in Africa e venduta come schiava al marchese di Santadoma che non si lascia abbattere dalla situazione che è costretta a vivere ma, mossa da un desiderio bruciante di rivalsa, lotta contro il peso dell’ingiustizia che opprime lei e tanti.
Un salto temporale e siamo nella Madrid del 2017. Il romanzo prosegue ai giorni nostri attraverso gli occhi di Lita, giovane donna lanciata verso una promettente carriera nella banca di proprietà dei marchesi Santadoma. Figlia di una domestica di casa Santadoma, la donna dopo il faticoso riscatto dalle umili origini grazie allo studio e alla tenacia si avvicinerà alle sue origini e ad una sconvolgente scoperta rispetto alla storia della sua famiglia attraverso una vecchia collana di legno.
In questa cornice, accompagnato da Amanda Colombo della Galleria del Libro di Legnano, Falcones ha spiegato alla Nerviano che lo ha ascoltato in Sala Bergognone come la scelta del tema del romanzo sia stata ispirata da una delle sue nonne, vissuta quanto in Spagna era ancora legale: sull’isola di Cuba, provincia spagnola fino a fine ‘800, la schiavitù vera e propria è stata infatti abolita solo nel 1860 dopo la precedente messa al bando del commercio degli schiavi, che di fatto continuava però di contrabbando.
Il ruolo chiave delle figure femminili nel romanzo, invece, si deve alla dose di crudeltà aggiuntiva che le donne dovevano subire rispetto agli uomini: i prezzi degli schiavi acquistati di contrabbando, infatti, erano tali da rendere più “conveniente” far partorire le schiave piuttosto che acquistare schiavi adulti. Ritorna anche la centralità della tematica della religione, questa volta una religione africana.
«Credo molto nel valore della lettura e quindi della sua promozione – ha sottolineato a valle della serata l’assessore alla cultura Laura Alfieri -: leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità. È una porta che ci apre alla bellezza, alla conoscenza delle nostre radici, ai sentimenti degli altri, specchio spesso anche dei nostri sentimenti più nascosti. Gianni Rodari diceva: “Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”. Più libri vuol dire più libertà. Più lettori vuol dire più conoscenza, più spirito critico, più autonomia di giudizio, elementi essenziali di una convivenza. Non nascondo poi l’orgoglio di poter ospitare autori del calibro di Ildefonso Falcones, la cui fama internazionale è a tutti nota. È stata una serata importante per tutta la cittadinanza».
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