Parabiago “boccia” l’Area B: “Nessuna condivisione con i comuni della città metropolitana”
Via libera alla mozione contro l'Area B della maggioranza ma con il voto contrario del PD, che si è visto bocciare un emendamento, e di riParabiago
Via libera in consiglio comunale a Parabiago alla mozione presentata dalla maggioranza di centrodestra contro l’entrata in vigore di Area B, provvedimento che al netto delle sfumature rimbalza ormai da settimane con lo stesso canovaccio da un consiglio comunale all’altro contro per il divieto di circolazione per tutte le auto a benzina di categoria fino a Euro 2 e per le Euro 4 e 5 diesel, anche in presenza di filtro antiparticolato in un’area che copre oltre il 70% del territorio di Milano.
«Presentando questa mozione come maggioranza di centrodestra abbiamo voluto dare il nostro punto di vista rispetto ad un problema che sta toccando molti cittadini che gravitano su Milano, che è quello dell’estensione dell’Area B – ha spiegato il capogruppo della Lega Diego Scalvini -. Non siamo contrari allo spirito dell’iniziativa, che è quello di tutelare l’ambiente e ridurre l’inquinamento, ma riteniamo che sia stato fatto con tempi e metodi errati: tempi perché siamo in una situazione socio-economica complicata per tutti e introdurre un divieto quest’anno, soprattutto su alcune categorie di veicoli, è apparso tanto più gravoso soprattutto per quei cittadini che hanno preso un’auto non troppi anni fa e oggi si vedono costretti a doverla cambiare per andare a lavorare se si trovano in situazioni in cui non riescono a prendere i mezzi pubblici; metodi perché soprattutto da un punto di vista formale non c’è stata concertazione con i comuni dell’hinterland e della città metropolitana attraverso la quale si poteva arrivare a soluzioni condivise per ottenere la stessa finalità. Le nostre richieste sono prima di tutto la sospensione dell’Area B e poi l’apertura di un confronto con i comuni della città metropolitana per individuare soluzioni condivise che coinvolgano tutte le istituzioni interessate».
Come era già successo nelle scorse settimane a Rescaldina, anche nella città della calzatura il centrosinistra ha proposto un emendamento alla mozione. «In linea di massima le preoccupazione della maggioranza sono anche le nostre – ha sottolineato la capogruppo Dem Ornella Venturini -. Siamo perfettamente consapevoli che questo provvedimento avrà conseguenze sui cittadini e sui lavoratori non solo del capoluogo ma anche di tutta l’area metropolitana e senz’altro è necessario un coinvolgimento maggiore e più continuativo di tutte le amministrazioni, magari anche pensando a misure di compensazioni per lavoratori e cittadini in difficoltà. L’Area B non è però caduta dal cielo improvvisamente, quindi ci sembra un po’ forzato chiedere la sospensione di una misura deliberata da un altro comune».
Sospensione che il Partito Democratico avrebbe voluto sostituire con la proposta di una serie di interventi, tra i quali figuravano ad esempio la riduzione dell’«impatto potenzialmente negativo per i cittadini dell’area metropolitana, più soggetti a difficoltà nell’utilizzo di mezzo pubblico quale mezzo principale di spostamento, in particolare prevedendo il rinnovo della deroga almeno fino al 31 dicembre, l’estensione della deroga a tutti i residenti del territorio metropolitano e non soltanto di Milano, la possibilità di accesso libero ad area B a coloro che si dirigono e sostano ai parcheggi di corrispondenza in quanto abbonati o per soste di almeno 4 ore».
Poi la riduzione dell’impatto sui cittadini a basso reddito con misure come la «sospensione del calcolo dei chilometri soggetti a soglia per i possessori degli strumenti Move-In durante gli orari di non operatività dell’Area B, l’eventuale aumento del massimale dei chilometri di percorrenza o del numero di ingressi consentiti», la «promozione dell’uso dei mezzi pubblici attraverso l’attivazione di un tavolo metropolitano per la mappatura delle aree più soggette a difficoltà di accesso al trasporto pubblico locale con l’obiettivo di un potenziamento dei servizi» e «un continuo e costante confronto con Regione Lombardia affinché realizzi particolari provvedimenti finalizzati allo sviluppo del trasporto pubblico locale nell’area milanese, investa in maniera più incisiva nel sistema integrato tra ferrovie, linee suburbane e trasporto pubblico locale e finanzi un sistema di incentivi rivolto ai cittadini e alle imprese lombarde che intendano acquistare auto con minore impatto ambientale».
La proposta targata PD, però, è stato bocciato dalla maggioranza, che forte dei numeri che ha tra i banchi del consiglio comunale ha scelto di portare avanti la versione originale del provvedimento incassando per contro il pollice verso del centrosinistra al momento della votazione della mozione. Voto contrario anche dalla civica riParabiago, che ha condannato su tutta la linea la presentazione del documento da un punto di vista politico. «La mozione è qualcosa che alla maggioranza non serve, è stato detto anche da consiglieri di maggioranza in passato – ha evidenziato il capogruppo Giuliano Rancilio -: capiamo che sia una bandierina per far capire che si sta parlando di un certo tema e farlo vedere in consiglio, ma se la maggioranza ritiene che la giunta non si occupi correttamente dei problemi di mobilità delle classi meno abbienti può semplicemente discuterne nelle ragioni di maggioranza, non capiamo perché sia stata presentata una mozione che peraltro è volta al rimandare piuttosto che all’agire. Sappiamo benissimo che si va nella direzione di dismettere le auto benzina e diesel in un breve tempo, quindi si tratta di rimandare una scelta: capiamo le motivazioni legate alla situazione economica, ma preferiremmo da un’amministrazione un piglio più di azione che di attesa».
«Città metropolitana non è dello stesso colore politico dell’amministrazione – ha aggiunto Rancilio -, una mozione in questa direzione ha senso solo per mettere una bandierina politica: una richiesta di azione nei confronti della Regione, invece, vista la vicinanza di colore, avrebbe buone opportunità di avere qualche conseguenza. La Regione gestisce il servizio ferroviario che, se funzionasse, sostituirebbe idoneamente l’idea di andare a Milano in auto almeno per la maggioranza dei cittadini. L’unico punto della mozione politicamente condivisile è quello legato al commercio. Si parla di un provvedimento che penalizza le migliaia di commercianti e PMI che per continuare a lavorare saranno costretti a rinnovare il parco auto: dal punto di vista politico, però, ci risulta che ci sia un consigliere con delega alle politiche del commercio, come mai non ha firmato la proposta – magari non era d’accordo o la delega era solo di facciata? – e come mai non ha già agito a prescindere dalla mozione?».
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