Stato di agitazione tra i lavoratori della Rsa La Villa di Parabiago che contestano la scelta dell’azienda di non lavare più le divise. A dichiararlo in questi giorni è il sindacalista Fausto Sartorato del sindacato di Base ADL «Infermieri, operatori socio sanitari sono contrariati – afferma Sartorato -. Non è giusto che i lavoratori si trovino obbligati a dover lavare a casa la propria divisa. Questo era un servizio a carico dell’azienda. Oltre a questo contestiamo anche il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione: il Covid non è scomparso e questi lavoratori sono a rischio ed hanno diretto contatto con persone fragili».

Il sindacalista a nome dei lavoratori ha chiesto alla proprietà un incontro, ma «a oggi non ci è arrivata alcuna risposta». Sartorato ha spiegato di aver inoltrato una lettera già negli scorsi mesi: «Nella nota inviata alla direzione avevamo spiegato la nostra posizione e richiesto un incontro, ma nessuno ci ha mai risposto. Ed ora torniamo a chiedere un confronto».

Dal canto suo il Gruppo La Villa ha spiegato di aver già effettuato diversi incontri con le parti sindacali Fp Cgil e la Uil Fpl in particolar modo a Como. Il gestore fiorentino delle Rsa La Villa ha subito chiarito che le divise da lavoro non costituiscono Dpi, ovvero non sono dispositivi di protezione individuale e quindi il lavaggio e la manutenzione delle divise «non afferiscono in alcun modo a costi “di sicurezza”. La normativa obbliga il datore di lavoro a sostenere tutte le spese inerenti la salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Ne siamo ben consapevoli e da sempre ci facciamo carico di tutto quanto concerne questo aspetto con grande attenzione. Affermare che il Gruppo sta imponendo ai dipendenti un costo relativo a strumenti legati alla loro sicurezza è quindi davvero fuorviante. Nessun costo di questo genere verrà addebitato perché, come già detto, tali divise non hanno una funzione di tutela della sicurezza e della salute dei dipendenti e non costituiscono dispositivi di protezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori».