Stop alla Consulta Giovani e alla Consulta delle Frazioni: Nerviano punta sulle deleghe
Vista la scarsa partecipazione alle consulte, l’amministrazione ha optato per una strada diversa assegnando deleghe ad hoc ad assessori e consiglieri
A Nerviano è finita l’epoca delle consulte. La decisione era già nell’aria dopo la totale assenza di partecipazione incassata dall’avviso pubblico con cui Piazza Manzoni aveva tentato di rivitalizzare la Consulta Giovani, ed è stata suggellata dal sindaco Daniela Colombo durante l’ultima seduta del consiglio comunale cittadino, in risposta ad un’interpellanza presentata dal capogruppo di Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano Massimo Cozzi che chiedeva conto del futuro della Consulta Giovani «per capire come e se» l’amministrazione intendesse «rilanciare questo strumento di partecipazione».
«Personalmente mi sarei aspettato un percorso diverso rispetto alla Consulta Giovani – ha ribadito l’ex primo cittadino in aula -: ricordo le polemiche che ci sono state sul regolamento, quindi mi sarei aspettato un percorso di partecipazione che partisse, quantomeno, da un’assemblea pubblica per cercare di spiegare l’utilità delle consulta. Nulla di tutto questo è stato fatto, ma, riprendendo lo stesso regolamento, è stato solamente fatto un avviso pubblico, tra l’altro in piena estate, periodo completamente sbagliato».
Per incentivare la partecipazione della cittadinanza, però, l’amministrazione ha altri piani. «La consulta non è un fine ma un mezzo – ha sottolineato Daniela Colombo rispondendo all’interpellanza -: il fine sono i contenuti che arrivano attraverso le associazioni e le iniziative che si portano avanti sul territorio. Noi oggi abbiamo due consulte, la Consulta delle Frazioni e la Consulta Giovani, che bene o male si trovano nella stessa situazione: i regolamenti sono stati approvati ma gli avvisi pubblici sono andati deserti, non c’è stato nessun interessa da parte della cittadinanza. Proprio perché la consulta è un mezzo, però, lo abbiamo sostituito con un altro strumento: le deleghe».
«Attraverso i consiglieri delegati, che assumono il ruolo di organi consultivi, introduciamo delle figure che si impegnano affinché non vengano meno quegli strumenti di partecipazione che sono importanti per il valore che rappresentano – ha aggiunto il sindaco -. Stiamo sostituendo il mezzo della consulta con un altro strumento sperando che possa essere più efficace e più d’appeal rispetto alle finalità che questi strumenti si pongono. Riteniamo conclusa l’esperienza della consulta e valuteremo con quale strumento amministrativo sancirlo. L’obiettivo rimane però quello di stimolare la partecipazione e non certo di farla venire meno, semplicemente cambiamo lo strumento con un altro che si pone le stesse finalità: garantire la più ampia partecipazione e la più ampia condivisione delle necessità, degli obiettivi e delle iniziative e tutte le proposte che nascono dal basso. Non è un caso che noi comunque abbiamo già avviato tante attività con i giovani: ci sono associazioni con cui abbiamo messo in piedi molte iniziative e con la delega conferita a Marco Bina ci sarà un ulteriore coinvolgimento».
La strada intrapresa dall’amministrazione, però, non ha convinto l’opposizione. «Le deleghe date ai consiglieri non escludono la possibilità di far partire le consulte – ha replicato Cozzi -: è evidente che di fronte alle difficoltà si alza bandiera bianca e si preferisce un’altra scelta. Per quanto riguarda le iniziative portate avanti sul territorio, voglio soltanto ricordare che nonostante quell’associazione di giovani stia facendo tanto (il riferimento è all’associazione Giovani Nervianesi, ndr) non esiste solo quella: ci sono altre realtà che possono essere coinvolte nelle scelte, non vorremmo si rinunci alle consulte per dare il monopolio a qualcuno».
«L’amministrazione è sempre disponibile ad accogliere qualsiasi proposta arrivi dal mondo giovanile, non c’è nessun pregiudizio e nessuna preclusione – ha ribattuto la prima cittadina -. Non si tratta di alzare bandiera bianca rispetto a un principio di partecipazione, si tratta di intraprendere una strada diversa che ci auguriamo possa essere più efficace: la partecipazione non si può ottenere per decreto, stiamo attuando delle scelte diverse con lo stesso obiettivo».
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