A Rescaldina l’ultimo saluto a monsignor Franco Monticelli: «La chiesa milanese è orgogliosa di te»
Una folla commossa ha partecipato ai funerali di monsignor Franco Monticelli, per quasi vent'anniparroco di Rescaldina e ancora molto amato
Chiesa gremita a Rescaldina per l’ultimo saluto a monsignor Franco Monticelli, sacerdote originario di Uboldo che per quasi vent’anni è stato parroco in paese e non è mai stato dimenticato dalla comunità, che mercoledì 14 settembre ha partecipato commossa ai funerali del prete, deceduto lo scorso fine settimana proprio nel giorno del suo 95° compleanno.
Ordinato sacerdote nel 1951, monsignor Monticelli è stato fino al 1968 vicario parrocchiale della parrocchia San Pietro in Sala di Milano, per poi diventare parroco della parrocchia Santi Bernardo e Giuseppe di Rescaldina fino al 1985 e vicario episcopale della Zona Pastorale IV di Rho e Membro del Consiglio episcopale milanese dal 1985 al 2005. Dal 1995 al 2009, infine, il sacerdote è stato patrono della Fondazione Opera Pia Francesca Colleoni De Maestri Onlus di Castano Primo.
«Questa eucaristia è un ringraziamento – ha sottolineato nell’omelia monsignor Luca Raimondi, vescovo ausiliario di Milano e vicario episcopale per la nostra zona pastorale che ha officiato i funerali insieme, tra gli altri, a monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, a monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, e a monsignor Angelo Cairati, prevosto e decano di Legnano -. Penso che per don Franco questo sia innanzitutto un ringraziamento per una vita lunga: nel nostro cuore c’è certamente la tristezza di non vederlo più ma non c’è la disperazione che ha nel cuore chi si trova ad affrontare la morte di un proprio caro in giovane età. Nel nostro cuore c’è serenità e un ringraziamento per tutte le persone che gli sono state vicine».
«Io sono qui come suo successore, lui direbbe – me lo diceva sempre – indegno successore e posso dire che è stato il mio primo vicario episcopale – ha aggiunto monsignor Raimondi -. Mi ha accolto con poche parole, ma mi ha voluto molto bene e mi stimava molto. Sono riuscito a dargli l’unzione degli infermi, a sentire ancora la sua voce e il suo singhiozzo quando gli ho detto: don Franco, vai tranquillo in paradiso, questa chiesa milanese è orgogliosa di te, l’hai servita bene. Penso che don Franco vorrebbe che non andassimo a casa semplicemente avendo ricordato un defunto: il dono più bello che possiamo fare a monsignor Monticelli è quello di far diventare questa eucaristia una forte invocazione per le vocazioni, particolarmente per le vocazioni sacerdotali, non perché il Signore ci dia tanti preti ma perché ci dia quelli giusti».
Per monsignor Monticelli sono arrivati anche i messaggi di cordoglio dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini e del cardinale Francesco Coccopalmerio, di cui si è fatto portavoce monsignor Raimondi. «Desidero condividere la preghiera di suffragio e di riconoscenza di coloro che hanno conosciuto, stimato e amato monsignor Franco Monticelli – le parole dell’arcivescovo -. È stato un uomo sincero, serio, affettuoso a suo modo. È stato un pastore generoso, che ha lasciato un ricordo significativo e ha orientato con intelligenza e lungimiranza la comunità parrocchiali in cui ha esercitato il suo ministero. È stato un collaboratore prezioso, efficiente, affidabile, come vicario episcopale di zona del cardinale Martini e del cardinale Tettamanzi. È stato per tutti un testimone di fede, capace fino alla fine di dire “grazie”. Nel giorno del suo compleanno è stato introdotto alla festa di Dio: continuerà a rendere grazie, a voler bene e a pregare per tutti noi».
«È in me indelebile la figura, la vita e la spiritualità di don Franco», il ricordo del cardinale Coccopalmerio, che nella sua missiva, rivolgendosi direttamente a monsignor Monticelli, ha aggiunto: «Sei andato a prepararci un posto, ti ha preceduto il nostro amato e venerato Carlo Maria Martini, tuo compagno di classe, che tu spesso definivi il tuo compagno maggiore. Sei stato un sacerdote esemplare, un vicario episcopale attento ai suoi sacerdoti».
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