“Come ogni giorno”, il sottopasso della stazione di Rescaldina rifugio per disperati
Il testo che sui social accompagna in questi giorni l'immagine di un ragazzo steso a terra, addormentato, sui gradini del sottopasso della stazione, è sufficiente per capire la gravità di un fenomeno che sembra essere frequente
“….Come ogni giorno….”. Il testo che sui social accompagna l’immagine di un ragazzo steso a terra, addormentato, sui gradini del sottopasso della stazione di Rescaldina, è sufficiente per capire la gravità di un fenomeno che sembra essere quotidiano (o comunque frequente). Quando eravamo andati a intervistare i pendolari sul fenomeno dello spaccio attorno ai boschi e alle stazioni, era estate, faceva caldo e, ci era stato detto: «Tossici e senza tetto in questi giorni dormono nei boschi, all’aperto. Appena si abbasseranno le temperature torneranno qui».
Non è stato necessario attendere l’inverno perchè la stazione tornasse a diventare rifugio di tossici e senza tetto. Nella foto pubblicata sulla pagina facebook di “Sei di Rescaldina se” si vede un ragazzo giovane, in calze, bermuda e maglietta, accasciato su un asciugamano nel mezzo delle scale che collegano i due binari. Di fianco a lui, “parcheggiata” c’è una bicicletta. Per raggiungere la banchina dei treni i pendolari devono fare lo slalom per non calpestarlo.
Un’immagine desolante che descrive uno spaccato sociale di degrado e solitudine che va oltre sola alla questione della sicurezza. La stazione di Rescaldina è solo uno dei punti di rifugio di queste persone che acquistano le dose nei boschi e si servono dei treni per spostarsi. Un fenomeno ben noto anche all’amministrazione comunale impegnata a contrastarlo anche con azioni di rivitalizzazione delle aree boschive.
In treno da Rescaldina a Vanzaghello, lungo la tratta dello spaccio
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