Per un defibrillatore che salva una vita, ce n’è un altro che viene danneggiato. Qualche giorno fa il DAE installato nelle scorse settimane all’esterno della chiesa parrocchiale di Santo Stefano in memoria di Luciano Fontana, ex presidente dell’U.S. Nervianese 1919, aveva salvato la vita di un 50enne colto da un malore in casa. Ma solo qualche settimana prima il comune aveva dovuto attivarsi per far riparare la teca che custodisce l’apparecchio salva-vita posizionato in Piazza Mercato.

Del danno ha chiesto conto l’opposizione con un’interrogazione protocollata poco prima di Ferragosto, nella quale il capogruppo di Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano Massimo Cozzi aveva chiesto anche informazioni rispetto all’individuazione dei responsabili. E se la buona notizia è che il DAE che ha subito il danneggiamento del «contatto di allarme posizionato sullo sportellino del totem che contiene il defibrillatore» è comunque «funzionante e utilizzabile», come ha spiegato il sindaco Daniela Colombo in risposta alle richieste del gruppo di minoranza, la cattiva è che «non esistono elementi per risalire ad eventuali responsabili benché la Polizia Locale abbia eseguito le opportune indagini».

«Spiace che chi ha compiuto questo atto vergognoso resti impunito», è il commento di condanna arrivato attraverso i social dal consigliere Cozzi dopo la ricezione della risposta all’interrogazione. L’ex sindaco, però, in quello che è ormai un leit motiv della dialettica politica cittadina, non ha perso occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa «Prima simili episodi finivano immediatamente sui gruppi social – ha sottolineato Cozzi -, oggi non ne troviamo traccia alcuna. Ma purtroppo non sono spariti e, come consigliere di opposizione, faccio la mia parte».

In copertina un’immagine di repertorio