Passante ferroviario Milano, UTP: “E’ tollerabile questa interruzione di pubblico servizio?”
L'associazione Utenti del Trasporto Pubblico (UTP) torna sulla chiusura del passante ferroviario di Milano, «evento che non si era mai verificato dall'inaugurazione avvenuta nel 1997».
Massimo Ferrari dell’associazione Utenti del Trasporto Pubblico (UTP) torna sulla chiusura del passante ferroviario di Milano, «evento che non si era mai verificato dall’inaugurazione avvenuta nel 1997».
«La vicenda è raccapricciante – denuncia l’associazione ricordando gli ultimi fatti – Si è inizialmente parlato di usura anomala di ruote e binari dovuta al caldo, ma il Passante è quasi tutto in galleria, il sole non arriva sui binari. Poi si sarebbe trovato il colpevole, un ungibordo che si era guastato. Nella diatriba tra RFI, gestore dell’infrastruttura, e Trenord, che gestisce il servizio, si è inserita la Procura che ha sequestrato un tratto del binario incriminato. La Procura è stata rapida nelle indagini e ha dissequestrato il binario dopo una dozzina di giorni invitando in sostanza gli attori RFI e Trenord ad adoperarsi per ripristinare il servizio. Trenord sembra essere presa in contropiede da questo passo, probabilmente perché non è pronta per la ripresa del traffico che vorrebbe il più in la possibile nel tempo e parla di tempi lunghi della ripresa, della necessità di ulteriori verifiche ecc.. Ora, è già difficile credere che il solo guasto di un ungibordo possa avere danneggiato ben 55 treni su una struttura prevalentemente in rettilineo che in 25 anni non ha mai avuto problemi, ma questo mettere le mani avanti fa sorgere il sospetto che dietro un fatto tecnico, reale ma puntuale, siano stati nascosti anni di negligenza nella manutenzione dei treni e una cronica crisi di personale che esplode ad ogni evento, anche se assolutamente ordinario e prevedibile come il normale godimento dei giorni di ferie da parte dei ferrovieri».
Secondo l’associazione «dai fatti traspare la volontà di Trenord di approfittare di ogni pretesto per ridurre il più possibile i servizi nel mese di agosto, contando sulla contrazione dei movimenti pendolari e persistendo cosi in una concezione antiquata che vuole il trasporto ferroviario appannaggio esclusivamente di studenti e lavoratori a basso reddito. Questo nella regione che dovrebbe essere la più avanzata d’Italia anche in termini di mobilità E’ troppo aspettarsi che un servizio fondamentale per la Lombardia sia prodotto da un’azienda adeguata al compito assegnato? E’ tollerabile questa interruzione di pubblico servizio?»
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