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Cerro Maggiore si affida ad un legale per la trattativa sui canoni per la rete del gas

Un legale assisterà il comune nella contesa con il gestore della rete per la determinazione dei canoni per la rete del gas, al momento in fase di stallo

gerry varie

Canoni concessori per l’attività di distribuzione del gas ancora nell’occhio del ciclone nel Legnanese. Questa volta, dopo che per anni “protagonisti” della battaglia giudiziaria con il gestore sono stati Busto Garolfo, Nerviano e San Giorgio su Legnano, è stato il comune di Cerro Maggiore a decidere di rivolgersi ad un legale per la determinazione del corrispettivo per l’uso della rete, dopo che il tavolo di confronto aperto con il gestore alla scadenza del contratto non ha portato ad alcun risultato concreto.

La liberalizzazione del servizio di distribuzione del gas naturale è stata avviata nel 2000 e si è concretizzata più di 10 anni dopo, ovvero nel 2011, con la creazione dei cosiddetti ATEM, ovvero ambiti territoriali all’interno dei quali l’affidamento deve avvenire mediante una unica gara per tutti i comuni che fanno parte dell’ambito. Nel caso del Legnanese, l’ATEM comprende in tutto 39 comuni, con Legnano che fa da capofila. Dalla modifica normativa è scaturito un allungamento dei tempi, on il risultato che molte amministrazioni, come Cerro Maggiore, si sono ritrovate alla scadenza della concessione senza che la gara sia stata indetta.

Da lì l’esigenza di una proroga, che però per Palazzo Dell’Acqua ha innescato un ulteriore problema: la determinazione del canone concessorio, che nel caso di Cerro Maggiore fino alla scadenza del contratto si aggirava intorno al mezzo milione di euro l’anno, in considerazione «degli investimenti fatti dall’amministrazione di Marina Lazzati – come spiega l’amministrazione comunale -, che aveva rinnovato le reti del gas e i sottoservizi riducendo al minimo sia le perdite che la necessità di manutenzione».

Ad oggi, però, la somma che il gestore è disposto a mettere sul piatto è decisamente più bassa e non va oltre i 150mila euro. Nel tentativo di trovare una soluzione senza arrivare alle vie legali il comune di Cerro Maggiore nei mesi scorsi ha anche fatto redigere una perizia ad hoc, che ha riscontrato «parecchie incongruenze e problemi» nella proposta del gestore, come ad esempio il «mancato computo degli investimenti fatti in questi anni», stimando come «ragionevole» un canone che di circa 350mila euro.

Ma la società che gestisce la rete di distribuzione del gas non intende muoversi dalla propria posizione, anche per evitare il rischio che si aprano nuovi fronti di discussione con altre amministrazioni comunali, e così si è arrivati di fatto ad una situazione di stallo, inaccettabile per Palazzo Dell’Acqua che ha «dei cittadini a cui rendere conto». Il primo passo intrapreso dall’amministrazione è quindi stato quello di affidarsi ad un legale, pur continuando, almeno per ora, a muoversi sul piano della trattativa. Senza dimenticare, però, che i conti delle casse comunali dovranno continuare a quadrare.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Agosto 2022
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