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Discarica al polo Baraggia, il Tribunale dà ragione a Cerro e Rescaldina: nessun risarcimento ad Ecoceresc

La società aveva chiesto ai due comuni un risarcimento da 2,4 milioni di euro nell'ambito della "battaglia" per il ritorno della discarica al polo Baraggia

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Cerro Maggiore e Rescaldina non dovranno risarcire alcun danno ad Ecoceresc nell’ambito della “battaglia” che da anni vede la società e i comuni contrapposti rispetto all’ipotesi del ritorno della discarica al polo Baraggia. Lo ha deciso il Tribunale di Busto Arsizio dopo un iter giudiziario durato poco più di due anni, togliendo metaforicamente una spada di Damocle da 2,4 milioni di euro dalla testa delle due amministrazioni.

A tanto ammonta infatti la cifra “monstre” che Ecoceresc aveva chiesto in giudizio: i danni sarebbero derivati, secondo la srl, per 2.150.000 euro direttamente dalle convenzioni, tra spese sostenute nell’inadempimento, esborsi connessi all’esecuzione e guadagni che avrebbe ricavato dal nomale svolgimento della propria attività, per 200mila euro dai comportamenti dei due comuni e per 94mila euro dalle ultime quattro rate delle polizze fideiussorie. Proprio le fideiussioni, peraltro, erano state al centro di un precedente ricorso di Ecoceresc, grazie al quale la società aveva inizialmente ottenuto dal Tribunale il divieto di escussione da parte dei due comuni – che a dire il vero per l’escussione non si erano mai mossi -, salvo poi vedere anche quell’ordinanza ribaltata al momento della sentenza.

E ora i due comuni sperano di poter finalmente mettere un punto ad una vicenda che parte da lontano. L’ombra del ritorno della discarica al polo Baraggia, infatti, aveva iniziato ad allungarsi sui due comuni ormai più di quattro anni fa, quando a fine 2018 la ex Simec aveva presentato una Valutazione di Impatto Ambientale a Città Metropolitana per un progetto che prevedeva la realizzazione di una discarica controllata di rifiuti speciali dove avrebbero dovuto essere smaltiti in sette anni 2.153.000 metri cubi di rifiuti non pericolosi inorganici, ovvero, in parole povere, fanghi, scarti di lavorazione industriale e terre provenienti da attività di recupero.

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Ipotesi alla quale si era da subito opposti i comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina puntando il dito soprattutto contro due aspetti. In primis l’accordo di programma di venti anni prima per il ripristino di adeguate condizioni ambientali e di riqualificazione territoriale del polo Baraggia: accordo le cui finalità non erano state completamente assolte e in base al quale non era prevista la possibilità di conferire altri rifiuti. Poi il fattore di pressione, criterio localizzativo per le discariche che punta ad evitare concentrazioni eccessive di rifiuti in base al rapporto tra il quantitativo di rifiuti e l’estensione del territorio, nell’ottica di tutelare l’ambiente e la salute pubblica pur garantendo un corretto dimensionamento delle aree adibite a discarica. E le loro obiezioni, alla fine erano andate a segno, con la città metropolitana che aveva ribadito i motivi ostativi al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale e di conseguenza aveva dichiarato improcedibile l’istanza di valutazione di impatto ambientale.

Da lì si era aperto il fronte giudiziario: prima con il ricorso al TAR, depositato senza che però sia mai stata chiesta la fissazione dell’udienza, e poi nella aule della giustizia civile, dove con questa sentenza è stato segnato un altro punto a favore dei due comuni. «Grazie alla precisa, puntuale e razionale spiegazione dei fatti, condivisa da entrambe le amministrazioni di Cerro Maggiore e Rescaldina, il giudice ha potuto valutare appieno i fatti, mettendoli in relazione alla documentazione presentata da Ecoceresc, arrivando ad una sentenza totalmente favorevole alle nostre amministrazioni comunali – commentano la prima cittadina di Rescaldina Nuccia Berra e il sindaco di Rescaldina Gilles Ielo, che ringraziano il professor Ferrari e il suo studio per il supporto legale fornito -. Le amministrazioni di Cerro Maggiore e Rescaldina hanno posizioni politiche differenti, ma sanno andare oltre il colore politico quando si tratta di salvaguardare e difendere il territorio. Siamo stati eletti per tutelare gli interessi delle nostre comunità e questo vogliamo continuare a fare. Ora si apre una fase nuova, da cui si può ripartire, sempre che si colga appieno la svolta di questa importante sentenza. Noi siamo fiduciosi».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Luglio 2022
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