Nuovo campus scolastico a Nerviano: «Il progetto non è accantonato, faremo tutto il possibile»
Dopo le critiche alla proposta per il campus scolastico, il sindaco e l'assessore ai lavori pubblici replicano alle opposizioni e confermano progetto
«Il progetto per il nuovo campus scolastico non è accantonato e cercheremo tutti gli spazi di finanziamento che ci possano permettere di realizzarlo: ne siamo assolutamente convinti, anche perché andrà a beneficio non solo della popolazione scolastica ma di tutta la cittadinanza». Non lasciano spazio ai dubbi il sindaco di Nerviano Daniela Colombo e l’assessore ai lavori pubblici Sergio Parini, determinati a portare fino in fondo un progetto che si profila sempre di più come una chiave di volta per la coalizione al timone del paese dallo scorso ottobre.
Progetto che, peraltro, ormai da mesi è al centro delle polemiche sollevate dalla opposizioni, che hanno avanzato dubbi sia sull’intervento in sé, sia sui fondi con i quali dovrà essere finanziato. Tanto da spingere prima cittadina e assessore a fare chiarezza. «Il progetto – spiega la prima cittadina – parte dalla decostruzione della scuola lineare in favore di un sistema circolare che renda gli spazi molto più fruibili e prevede materiali innovativi, nuove piantumazioni, un campo sportivo all’aperto sul tetto, un flusso pubblico dal momento che parliamo di una struttura pensata per accogliere anche le esigenze dei cittadini con aperture extra orario scolastico, una palestrina a disposizione delle scuole e una a disposizione delle società sportive, camminamenti che diventino spazi fruibili per gli studenti, un’area interna per attività (didattiche e non) all’aperto e grandi vetrate per sfruttare al meglio la luce naturale e ottimizzare dal punto di vista energetico, ovviamente con tende frangisole contro il calore. L’edificio, a due piani, comprenderà la scuola primaria, la scuola secondaria e un civic center formato da palestra, palestrina e sala conferenze oltre che dal campo sportivo all’aperto. Perché un’unica struttura? Per più di un motivo: consentirà flessibilità per quanto riguarda le aule dedicate alla primaria e alla secondaria, avrà spazi modulari in funzione di esigenze che possono mutare nel tempo e porterà economia dal punto di vista energetico».
«Abbiamo dato come input ai progettisti aggregazione e creazione di senso della comunità, flessibilità degli spazi in senso contemporaneo, modernità e innovazione degli aspetti costruttivi e tecnologici della struttura, connessione con il mondo esterno virtuale e fisico e possibilità di variazione del setting degli spazi didattici in base alla tipologia di lavoro programmata dai docenti – aggiunge il sindaco -. Puntiamo ad un campus con utilizzo fisico non solo nell’arco della giornata o nel periodo scolastico, ad una scuola connessa che metta a disposizione spazi e attrezzature per didattica multimediale e a distanza sempre accessibile, a spazi interni che si aprono verso l’esterno per lezioni all’aperto, per osservazioni della natura, per svago nei momenti di riposo e per attività laboratoriali, ad una nuova visione degli spazi come ad esempio le aule per le lezioni di musica con funzioni anche di sala di registrazione a disposizione di alunni e giovani nervianesi e ad una mensa scolastica che non sia solo un semplice refettorio ma un’«aula» dove educare alla corretta alimentazione».
Ma oltre ad alzare il sipario sulla sostanza del progetto, dopo la bagarre durante e dopo l’ultimo consiglio comunale sindaco e assessore alla partita vogliono anche mettere qualche puntino sulle i. «Per il progetto del campus ci siamo affidati ad una società che è leader nella costruzione di scuole – sottolineano Colombo e Parini -: ci siamo insediati a fine ottobre quando stavano già uscendo i bandi per le scuole, eravamo assolutamente di rincorsa. Ci siamo detti che la prima cosa da fare era concentrarci sulla scuola, parliamo di interventi che anche solo per la progettazione preliminare richiedono anni: noi ci siamo arrivati in tre mesi con tutta una serie di dettagli che ci hanno consentito di partecipare ai bandi. E gli stakeholders sono stati coinvolti e informati: abbiamo chiesto e ottenuto il parere dei pedagogisti della scuola, abbiamo incontrato gli insegnanti e i consigli di istituto per raccogliere i fabbisogni, abbiamo esposto lo studio di fattibilità sia al corpo docenti, sia in commissione alla presenza dei progettisti, con presenti anche alcuni genitori e insegnanti. L’opposizione deve avere onestà intellettuale, quello che stiano rilevando sono contestazioni totalmente avulse dal contesto, surreali, come è surreale il godimento per il mancato finanziamento: è legittimo contestare il progetto e anche l’abbattimento della scuola ma la critica non deve diventare mistificazione e ci piacerebbe avere delle proposte concrete basate sulla realizzabilità, partendo dai medesimi dati di fatto che hanno portato noi a queste conclusioni».
Per la giunta, comunque, quella del finanziamento esterno rimane l’unica strada percorribile per il nuovo campus . «Il progetto vale 16,1 milioni di euro e il comune questo importo non ce l’ha, come non ha la capacità economica per pensare di poter accendere un finanziamento indebitandosi per una cifra che equivale all’intero bilancio di un anno – spiega Sergio Parini -: avanzare un argomento del genere non ha basi, anche solo ai fini della sola polemica politica. Il piano B? Se non arriveranno finanziamenti esterni il progetto non si farà, ma non si farà neanche una riqualificazione perché i tecnici ci hanno detto che avrebbe lo stesso identico costo di abbattimento e ricostruzione, con la differenza che avremmo comunque un immobile con un certo numero di anni. Nel 2020, in uno studio di fattibilità su tutte le scuole, i tecnici incaricati hanno messo nero su bianco che qualsiasi intervento sulle scuole avrebbe dovuto essere organico e ultimativo per un intero edificio scolastico, interventi a spot erano un palliativo che dal punto di vista dei tecnici non avrebbe portato al risultato finale: la giunta precedente invece ha scelto di rifare cinque caldaie, che non hanno portato benefici agli edifici ma un sacco di problemi. Anche procedere a lotti non sarebbe una soluzione: per farlo il primo intervento dovrebbe essere quello strutturale, che vorrebbe dire sventrare la struttura e rinforzarla dalle fondazioni al tetto con tutti i problemi del caso e implicherebbe avere già pronti progettazione e finanziamento delle fasi successive».
Le due vie finora imboccate da Daniela Colombo e dai suoi finora per il nuovo campus, ovvero il PNRR e il bando regionale “Spazio alla Scuola”, non sono comunque ancora del tutto abbandonate. «Dal PNRR siamo stati esclusi per non aver presentato la verifica di interesse culturale, ma la scorsa settimana abbiamo presentato un ricorso al TAR perché nessuna disposizione prevedeva quale causa di esclusione dal finanziamento la previa esecuzione della verifica di interesse culturale – spiega Daniela Colombo -. Qualora si volesse sostenere il preventivo espletamento peraltro sarebbe illegittimo perché il termine disponibile era di 68 giorni quando il procedimento può richiedere fino a 120 giorni. L’intervento, oltretutto, ha per oggetto due immobili e solo una porzione di un singolo immobile è soggetta alla verifica di interesse culturale. Quanto al bando di Regione Lombardia, al quale siamo stati ammessi e non finanziati, ci sono state in tutto 116 domande, 70 delle quali sono state escluse: i progetti finanziati sono stati solamente nove, c’è oggettivamente un problema di coerenza tra il bisogno del territorio e le cifre disponibili, ci aspettiamo un rifinanziamento».
Niente fondi dal PNRR per il nuovo campus scolastico di Nerviano, la giunta ricorre al TAR
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