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Pozzo dell’acqua chiuso a Rescaldina, M5S: «Acqua inquinata». Il sindaco: «Nessun rischio per la salute»

Botta e risposta tra M5S e amministrazione intorno alla temporanea chiusura del pozzo di via Pascoli, dove è stato rilevato Mebicar oltre soglia

acqua

Lavori in vista a Rescaldina per l’installazione di filtri a carboni attivi per l’impianto di via Pascoli della rete idrica, che nei mesi scorsi era stato temporaneamente messo in stand by dopo che era stata rilevato la presenza di Mebicar, un farmaco ansiolitico, sopra la soglia di superamento. Nei giorni scorsi Piazza Chiesa ha dato il via libera al progetto presentato da Cap Holding, che finora ha soddisfatto con la disponibilità idrica esistente il fabbisogno di tutte le utenze ma intende procedere quanto prima alla riattivazione del pozzo “incriminato” in vista del periodo estivo e dell’aumento di richiesta idrica che porterà con sé.

Il progetto, già presentato in commissione, è finito in questi giorni al centro delle polemiche. A lanciare l’allarme è stato il Movimento 5 Stelle, che ha parlato di «acqua inquinata» e ha accusato l’amministrazione di non aver debitamente informato la cittadinanza rispetto alla situazione. «Da quanto tempo l’acqua che i cittadini bevevano era inquinatasi sono chiesti i pentastellati -? E a quali rischi si sono esposti? Da dove arriva questo Mebicar (che ci risulta essere un principio attivo farmaceutico, che nelle acque non dovrebbe esserci)? È questo l’unico pozzo inquinato o ce ne sono altri? Perché a noi risulta che non sia il solo ad essere stato chiuso… In ultimo, il cronoprogramma dei lavori prevede una durata di 68 giorni, quindi è probabile che per tutta l’estate del 2022 il pozzo non sarà utilizzabile: in un momento di emergenza idrica, momento che porta molte amministrazioni a razionare l’acqua, a Rescaldina si chiudono i pozzi perché inquinati. Ma soprattutto, perché l’amministrazione ha ritenuto di non informare i cittadini che stavano bevendo, o quantomeno avevano bevuto acqua inquinata e che si andava verso la chiusura dei pozzi? Era forse prioritario presenziare ai tornei di scopa o a colossali mescite di birra rispetto che ad informare i cittadini su di un tema così importante (il riferimento è al Palio concluso la scorsa settimana e alla Festa della Birra in corso in questi giorni, ndr)? Oppure è meglio che i cittadini vivano nell’eterna convinzione che tutto va sempre bene? Nel paese dove era bello vivere, tutto può succedere».

Non si è fatta attendere la replica del sindaco Gilles Ielo, che è stato chiamato a chiarire la situazione anche sui social visti i timori serpeggiati tra alcuni cittadini. «Leggere parzialmente i documenti o riportarne solo alcuni contenuti non è mai cosa buona e giusta – ha sottolineato il primo cittadino -. L’argomento, decisamente importante, è stato affrontato dall’amministrazione e in particolare dal sottoscritto, responsabile della salute dei cittadini, con la massima attenzione e responsabilità e senza eccessivi allarmismi o sensazionalismi, come è, ed è sempre stato, l’approccio in questi complessi anni di mandato. Presentato l’argomento nei mesi scorsi in commissione, innanzitutto abbiamo chiesto a CAP e agli cnti competenti rassicurazioni su eventuali rischi e ci è stato evidenziato che, nonostante i valori riscontrati, non vi è mai stato pericolo per la salute pubblica. L’elemento inquinante è stato rilevato l’anno scorso e la normativa, molto restrittiva sull’argomento, prevede parametri percentuali di pochi microgrammi/litro proprio a tutela della salute dei cittadini. Dalla chiusura di settembre 2021, quando è stato rilevato il primo dato anomalo, è stato effettuato un periodo di monitoraggio da CAP, che è potuta prontamente intervenire grazie ai protocolli attuati per il controllo delle acque, che vengono effettuati costantemente e sono pubblici e consultabili sul sito della società. Questo periodo è servito per capire l’entità e persistenza del problema. Con l’anno nuovo si è quindi deciso di superare il problema con l’istallazione di questi filtri che, anche in vista di una prossima modifica restrittiva della normativa, consentiranno la riapertura e l’utilizzo del pozzo».

«Dei sei pozzi presenti sul territorio attualmente solo tre hanno i filtri – ha continuato Ielo -: sarà a breve replicato l’intervento anche presso il pozzo di via Castellanza, anch’esso chiuso in via prudenziale in quanto a valle rispetto la falda di via Pascoli, anche se non risultano valori inquinanti. Ciò detto, nonostante la situazione idrica preoccupante, per completezza d’informazione, nella relazione si riporta anche che “la fornitura idrica è inoltre garantita dall’interconnessione con la rete del comune di Castellanza avviata nel corso del 2017”. Alle altre domande faccio fatica a rispondere, alla prima perché siamo al limite del procurato allarme affermando che i cittadini hanno bevuto acqua inquinata. Non è cosi. Aggiungo che sul tema sarebbe bello allargare l’argomento oltre la qualità delle acque del pozzo di via Pascoli e in generale di Rescaldina, ma considerare la condizione delle falde del territorio. Non penso sia un segreto che la prima falda è ormai da anni inutilizzata sul tutto il territorio milanese proprio per l’alta concentrazione di inquinanti.

«Perché il Mebicar è oggi presente non nel pozzo di via Pascoli ma in seconda falda, che arriva da nord, questa è una risposta che desidererei avere anch’io – ha concluso il sindaco -. In ultimo, non ho ritenuto fosse il caso di informare i cittadini attraverso comunicati stampa, ma ho deciso di farlo per le vie brevi, direttamente a quelle persone che si sono interessate all’argomento, anche durante quelle manifestazioni che sono in grado di seguire la sera dopo aver svolto i miei compiti durante la giornata. Proprio in occasione del torneo di scala 40 ho infatti avuto modo di confrontarmi con alcuni residenti di via Pascoli. Forse non piacerà a tutti, ma preferisco affrontare e risolvere i problemi per quelli che sono, non ho bisogno di nascondere nulla, in questa società è praticamente impossibile, ma ritengo doveroso da parte mia affrontare tutte le tematiche in modo serio e responsabile, senza doverne fare sempre elemento di discussione o preoccupazione. Veniamo da anni dove l’emergenza è stato elemento della nostra quotidianità, non dico che i cittadini debbano vivere nella convinzione che tutto vada bene, ma nemmeno che tutto sia drammaticamente urgente e pericoloso. Nel caso specifico tutto si è svolto in un perimetro di sicurezza e di competenze “ordinarie” dell’ente gestore del servizio e dell’amministrazione».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Giugno 2022
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