Da cinquant’anni, da quando ha rilevato il Panificio Calloni dove ha iniziato la sua attività di panificatore, a Dairago era per tutti semplicemente “ul prestiné”. Ieri, martedì 31 maggio, Pietro Ceriotti ha abbassato per l’ultima volta la saracinesca del suo panificio per godersi la meritata pensione dopo oltre 50 anni di duro lavoro, trenta dei quali vissuti, insieme alla moglie Anna, alla sorella Luisa e alla signora Piera, da titolare di quella che per il paese è una vetrina storica.

Da sempre appassionato e scrupoloso nella sua professione, in tutti questi anni Pietro Ceriotti ha continuato a spostare sempre più in alto l’asticella per migliorarsi instancabilmente, utilizzando farine particolari che hanno portato sulle tavole di tutta Dairago quel pane che a tanti cittadini già manca. Ma la “fama” del suo pane è andata anche oltre i confini del paese, portandolo nel 2006 a creare la Fruosa, il dolce del Palio di Legnano, in una competizione che aveva coinvolto 12 panificatori e pasticceri con 15 diverse ricette, tutte ispirate ad un’unica regola: i dolci dovevano essere realizzati solo con ingredienti già disponibili nel 1176, all’epoca della Battaglia di Legnano.

«Sabato mattina 28 maggio, insieme al consigliere Nicolò Gatti, sono andata a trovare i “Ceriotti”, Pietro e le sue collaboratrici – racconta il sindaco Paola Rolfi -. Nei loro occhi e nelle loro parole, la fierezza e l’orgoglio per quanto realizzato si univa ad un velo di tristezza. Pietro mi ha detto: “Dopo tanti anni, ho tentato di tutto per trovare qualcuno che portasse avanti l’attività ma non ho trovato nessuno”. Sono convinta che ieri sia stato uno dei giorni che nessuno, a partire da Pietro, Anna, Luisa e Piera, avrebbe voluto che arrivasse. Il pane, la pizza, i dolci del Panificio Ceriotti già ci mancano, così come ci mancherà la gentilezza, la passione e il sorriso di Pietro e delle sue collaboratrici. Grazie per tutto quello che avete fatto per Dairago e per il punto di riferimento che siete stati nel corso dei decenni. Ora attendiamo di vedere cosa ci riserverà il futuro, magari il prossimo autunno ci porterà una dolce sorpresa in cui ritrovare l’operato di Pietro».