Videosorveglianza, niente fondi a Rescaldina: «Vergognoso, neanche un euro ad un comune additato per lo spaccio»
Niente fondi a Rescaldina per la videosorveglianza nei parchi. Il comune: «Non tenere conto delle problematiche del territorio fa rimanere allibiti»
Rescaldina stavolta ci aveva creduto. Anche perché a “sbilanciarsi” era stato lo stesso assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, che aveva citato il bando per la videosorveglianza nei parchi tra le armi messe in campo dal Pirellone contro lo spaccio nei boschi all’indomani del ritrovamento ad inizio aprile del cadavere di Boudia Ouadia, l’uomo freddato con alcuni colpi di arma da fuoco nel Parco del Rugareto, zona ormai da tempo tristemente popolata da disperati in cerca di una dose e da chi quella dose è pronto a vendergliela con tutto quello che ne consegue.
Così Rescaldina aveva “scommesso” su un progetto da 37mila euro che puntava al monitoraggio attraverso la videosorveglianza di tre aree del paese: il parchetto di via San Francesco, che soprattutto in estate diventa un punto di ritrovo che crea più di un disagio ai residenti, il parco di Villa Rusconi, nel tentativo di tutelare la nuova area giochi che verrà realizzata al posto di quella precedente, e soprattutto l’area circostante alla stazione, crocevia di passaggio di chi punta ai boschi in cerca di droga.
I fondi per la videosorveglianza, però, nel nostro territorio sono arrivati solo a Legnano e Parabiago, e Piazza Chiesa questa volta ha deciso di non incassare il colpo in silenzio. «”I parchi devono tornare a essere luoghi di svago, soprattutto per famiglie e bambini. E non aree di spaccio di stupefacenti”: sono queste le parole con cui l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia commenta l’assegnazione di 3,5 milioni di euro che Regione ha stanziato per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree verdi – sottolinea l’assessore alla partita Gianluca Crugnola facendosi portavoce del pensiero dell’amministrazione -. Peccato che queste parole siano lontane anni luce da quello che dicono i fatti. L’assessore infatti non perde occasione per parlare dei problemi di Rescaldina, promettendo interventi in lungo e in largo, dai droni all’esercito, da un presidio permanente alla dotazione di cani antidroga. In questi tre anni ho sentito di tutto, ma oltre all’eco delle parole, nulla abbiamo visto. E nulla ancora vediamo neanche da questo bando, dal quale non riceveremo alcun fondo. Eppure poco tempo fa, commentando atti di cronaca nera, l’assessore si intestava il merito della delibera del bando e assicurava: “La delibera, da me proposta, nasce direttamente dalla richiesta dei sindaci e ha come obiettivo quello di sottrarre allo spaccio e alla delinquenza le grandi aree verdi lombarde in cui vi sono grossi problemi di sicurezza e di ordine pubblico – tra queste, appunto, anche il Parco del Rugareto – restituendole ai cittadini affinché possano goderne appieno e senza correre rischi per la loro incolumità”».
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«Non abbiamo certo preteso mai un trattamento di favore, anche se forse occorrerebbe risolvere i problemi e non solo evidenziarli e puntare il dito, ma che con una dotazione finanziaria di 3,5 milioni niente venga concesso ad un comune su cui continuamente si addita il problema dello spaccio, francamente è vergognoso – aggiunge Crugnola -. Che in un bando del genere non si sia tenuto conto delle reali necessità e problematiche del territorio fa veramente rimanere allibiti. Capiamo che faccia gioco a qualcuno che il problema rimanga per poter dar contro alle amministrazioni locali che – a loro dire – “nulla fanno per la sicurezza”, ma è veramente iniquo vedere come di 3,5 milioni di euro non arrivi neanche un euro sul nostro territorio. Sono stati premiati dal bando i comuni più grandi della nostra zona, mentre tutti gli altri sono rimasti al palo. Nessun contributo per i tanti piccoli comuni dell’Alto Milanese che avevano partecipato, come Busto Garolfo, Dairago, Nerviano, San Giorgio, Canegrate, Villa Cortese e ovviamente Rescaldina. Neanche un euro per nessuno dei comuni del Parco del Rugareto, nonostante le promesse dell’assessore. Non possiamo quindi che concludere che delle due l’una: o i nostri parchi non meritano di “tornare a essere luoghi di svago e non aree di spaccio” oppure quando l’assessore cita Rescaldina parla per proclami e non per convinzione».
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